Petrini, siamo a cavallo: "Il 2023 un anno perfetto. Ora sogno le Olimpiadi"

Il quasi diciottenne è reduce dall’argento agli Europei juniores con Emerald "All’anno nuovo chiedo di continuare così, un giorno vorrei arrivare ai Giochi".

di PAOLO MANILI -
13 gennaio 2024
Petrini, siamo a cavallo: "Il 2023 un anno perfetto. Ora sogno le Olimpiadi"

Petrini, siamo a cavallo: "Il 2023 un anno perfetto. Ora sogno le Olimpiadi"

Prosegue la nostra serie di interviste ai talenti azzurri che chiedono al 2024 la consacrazione definitiva: dopo Marini (Scherma), Tiberi (Ciclismo), Bovolenta (volley), Antonelli (Automobilismo), Furlani (Atletica).

Dopo la convocazione nella Nazionale giovanile con un cavallo importante, l’irlandese Emerald Johnny, ceduto dalla plurititolata veterana azzurra Susanna Bordone, Leopoldo Petrini, che compirà i 18 anni nel 2024, non aveva preso benissimo la decisione del ct Iacopo Comelli di farlo gareggiare solo a titolo individuale. Ma poi ha capito che la scelta del tecnico era quella giusta, presa per non condizionare la sua condotta di gara in base alle strategie del team.

Secondo nella classifica generale individuale subito il primo giorno, dietro l’inafferrabile coetanea tedesca Smilla Maline Philipp sull’esperto Sir Boggles – poi binomio oro finale – Leopoldo non ha più mollato nelle due prove successive portando in Italia un argento smagliante che ha nobilitato anche il nono posto della squadra.

Leopoldo, come valuta la sua stagione 2023 ?

"La definirei la stagione perfetta, un anno pieno di soddisfazioni a partire dalla conquista del campionato italiano, peraltro giù vinto nel 2022, in sella Scuderia 1918 Vivian, femmina tedesca del 2012, con la quale sempre nel 2022 avevo fatto esperienza all’Europeo di Hartpury, in Inghilterra. In realtà pensavo che sarei andato con lei all’Europeo di Montelibretti lo scorso settembre, invece per una serie di valutazioni tecniche si è deciso di impegnare Emerald Johnny. E la medaglia d’argento è stata una grandissima soddisfazione".

Che tipo di cavallo-atleta è Emerald ?

"Ha un potenziale incredibile, è fortissimo nel cross e ho dovuto lavorare tantissimo perché mi è arrivato da una amazzone esperta come Susanna (Bordone, ndr) che lo aveva impiegato già ad alto livello internazionale. Emerald è completamente differente da Vivian e non è stato facile trovare i tasti giusti con lui, soprattutto nel dressage, specialità ipertecnica per la quale ho dovuto impegnarmi davvero tanto, seguendo anche diversi stages con il tecnico federale Zilla Pearse.

E caratterialmente ?

"È un cavallo buonisimo, docile. Quando sto in sella è generoso, mi perdona qualche sbaglio e quindi mi permette di restare sereno anche quando dobbiamo affrontare cose difficili, sia in allenamento sia in gara. Una delle sue caratteristiche è il galoppo ampio, quindi è anche veloce, perciò sul percorso di campagna non esce dal tempo. E non si ferma davanti a niente, ha un coraggio da leone. Quella di cross in campagna è la prova che dà più ansia perché oltre alle difficoltà da saltare devi restare concentrato per quasi otto, dieci minuti. Ma è anche la prova che dà più soddisfazioni".

Dall’anno nuovo, dal 2024, cosa si aspetta?

"Spero di partire già bene in qualche tre stelle: in questo livello di gare i movimenti sono in numero maggiore e più tecnici, il cross è più lungo con ostacoli più ‘grossi’ e il salto ostacoli comporta cinque centimetri di altezza in più. Spero anche di ripetere gli Europei, che questa volta saranno a Strzegom, in Polonia. Vedremo".

Sente di essere maturo per il posto in squadra ?

"Sì, sono pronto. Credo di avere le qualità adeguate per entrare nel team a quattro, e credo che anche il mio cavallo le abbia tutte. Certamente quando si è in squadra non si può fare gara a sé, bisogna tener conto delle strategie del team, perché se sbagli fai danno a tutto il team. Molto diverso quando gareggi a titolo individuale: lì puoi aprire il gas e se sbagli penalizzi solo te stesso. Certamente più gare si fanno e più ci si responsabilizza, oltre a imparare tecnicamente".

Che tipo di rapporto hai con i suoi coach e con il tecnico federale ?

"La mia prima istruttrice al centro ippico ’L’Isola che non c’è’, presso Torino, è stata Anita Calafiore. Ho cominciato con lei in sella ai pony, anche ora continuo a montare a cavallo in questo centro ippico e lei è tutt’ora la mia maestra. Con Anita ho un rapporto speciale. Frequento anche diversi stages con altri tecnici ’eccellenti’. Diverse volte l’anno li faccio con il tecnico federale selezionatore della squadra, Iacopo Comelli, sia nel maneggio ’di casa’ sia in trasferta, soprattutto stages di salto ostacoli, che delle tre prove del concorso completo è quella finale e decisiva. Con Iacopo mi trovo molto bene e il lavoro aggiunge sempre qualcosa in più al mio bagaglio tecnico".

Ha già un programma di impegni per il 2024?

"In realtà un’idea ce l’avrei, ma prima di decidere aspettiamo ovviamente che esca il calendario agonistico della Fise, quello dell’anno nuovo dovrebbe essere ufficializzato tra pochi giorni. Idem il calendario agonistico internazionale della Fei. Certamente nel mio programma saranno comprese trasferte internazionali, come gli Europei in Polonia".

Un sogno nel cassetto ?

"Principalmente quello di continuare a montare a cavallo, passione che ho fin da bambino e che penso e spero avrò tutta la vita. E poi continuare a gareggiare e vincere, due grandi molle che alimentano questa mia passione per i cavalli e l’equitazione. Il sogno più grande, come per tutti gli atleti, resta quello di poter partecipare un giorno alle Olimpiadi. Non è banale, a pensarci bene".

6 - Continua

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