Pilato illumina un cielo azzurro sbiadito A Fukuoka due soli ori a un anno dai Giochi
Mondiali senza gli exploit di Budapest, Benedetta di bronzo coglie il terzo podio iridato nei 50 rana. Choc 4x100 misti: fuori dalla finale
di Paolo Grilli
Due ori contro nove, quattordici podi contro ventidue. Innegabile, e meritevole di una riflessione, il passo indietro dell’Italia ai Mondiali di Fukuoka rispetto ai fuochi d’artificio azzurri visti un anno fa a Budapest. Il medagliere è riferito a tutte le discipline acquatiche in cui si è gareggiato in Giappone, ma è evidente che è stato il nuoto a evidenziare le maggiori difficoltà.
Nell’ultima giornata, ancora luci e ombre. Benedetta Pilato – 18 anni, e fresca di maturità – ha centrato il terzo podio iridato di fila nei 50 rana. "Vale come un oro", ha detto raggiante Benny, per niente scossa dal fatto che la lituana Meliutyte, come c’era da aspettarsi avendola vista volare sull’acqua a Fukuoka – si è presa l’oro cancellando il suo record del mondo. Ora la tarantina cambia davvero vita, la sua preparazione per le Olimpiadi di Parigi sarà infatti a Torino, con il tecnico Antonio Satta, al PalaNuoto. Ottimo quinto posto per la 20nne ’rookie’ Anita Bottazzo, a soli sette centesimi dal podio.
Ieri c’è stato spazio anche per la quinta piazza di Thomas Ceccon nei 50 dorso, gara che certo il veneto non predilige, e per la clamorosa eliminazione dalla finale della 4x100 mista che a Budapest aveva trionfato. Ceccon, Martinenghi, Codia e Frigo restano fuori per 27 centesimi: magari è stato un errore escludere Miressi, ma come lo stesso Thomas ha detto a caldo, può aver pesato una motivazione non sufficiente: "Un errore non ammissibile", ha aggiunto.
Per altro, lo stesso Ceccon – unico oro della rassegna in corsia, nei 50 delfino, l’altro è arrivato dalla staffetta del fondo – prima della missione giapponese aveva lanciato l’allarme sulle chance reali del nostro nuoto.
Certo ha pesato la condizione precaria di Paltrinieri, che in vasca non ha colto medaglie rinunciando anche ai suoi 1.500 stile; Ceccon sui 100 dorso ha poi sfiorato un altro oro. Ma la verità è anche che le altre nazioni, Stati Uniti e Australia su tutte, volano. E noi siamo finiti decimi nel medagliere del nuoto in vasca in una edizione dal persistente sapore di record, da Marchand nei misti a Qi nella rana, per non parlare della O’Callaghan nello stile.
Nella finale dei 1.500 maschili, ieri, il tunisino Ahmed Hafnaoui ha trionfato in 14’31”54 appena davanti all’americano Bobby Finke che ha chiuso in 14’31”59: entrambi sono stati di un secondo più veloci di Greg l’anno scorso a Budapest, quando sbaragliò gli avversari andandosi a prendere l’oro con record europeo.
"Questa volta abbiamo faticato – il bilancio del dt Butini – ma torniamo a casa con sei medaglie. Il nuoto sta crescendo molto, i tempi sono sempre più bassi, si va verso Parigi 2024 a gran velocità: per questo ora dovremo fare una riflessione su come preparare la prossima stagione". L’idea del dt è "tutelare le punte e aiutare i giovani a crescere".
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