La Virtus ritrova la propria anima azzurra. Grande carica per Polonara, Pajola e Hackett

I tre italiani ieri si sono riabbracciati ai test medici. A loro Banchi si affida per trasmettere esperienza e spirito di sacrificio al gruppo

di MASSIMO SELLERI
22 agosto 2024
Alessandro Pajola e Achille Polonara si sono riabbracciati ieri ai test (Foto Virtus)

Alessandro Pajola e Achille Polonara si sono riabbracciati ieri ai test (Foto Virtus)

Procedono le visite mediche in casa Virtus. Ieri è toccato al trio marchigiano composto da Daniel Hackett, Achille Polonara e Alessandro Pajola svolgere i test necessari al conseguimento dell’idoneità sportiva. Questi tre giocatori rappresentano tre generazioni di cestiti, ma hanno tutti in comunque quella tenacia che dovrebbe caratterizzare la V nera nella prossima stagione.

Le principali attese sono su Achille Polonara che agli inizi dello scorso ottobre venne fermato da una neoplasia maligna al testicolo che lo tenne lontano dal campo per più di due mesi. I fatti di allora dimostrarono la sua forza mentale, dato che volle comunque giocare la gara di campionato precedente al ricovero e, come raccontato da alcuni giocatori, alla notizia di questo problema fu lui a dovere sostenere i compagni e non viceversa. Ora tutto questo sembra essere alla spalle e il fatto che la nazionale italiana non abbia tagliato il traguardo delle Olimpiadi di Parigi gli ha consentito un lungo periodo di riposo. Si è presentato a Bologna tirato a lucido e con i capelli parzialmente tinti di biondo.

Alessandro Pajola è probabilmente a caccia della definitiva consacrazione sia in Italia che in Europa. Se dal punto di vista difensivo il playmaker anconetano non si discute, qualcosa ancora manca quando si parla dell’attacco. E’ vero che in Virtus non è facile prendersi un’iniziativa quando a fianco hai terminali offensivi del calibro di Belinelli, ma essere un po’ più affidabile nel tiro da fuori è l’area di miglioramento su cui il coach Luca Banchi vuole che il Pajo lavori per essere un giocatore completo e diventare ancora più un problema per gli avversari. Quella che si è aperta con queste visite mediche è la sua decima stagione con la V nera, un record per le dinamiche della pallacanestro moderna.

Ormai su Daniel Hackett non ci sono più parole da spendere. In campo anche quando le cose vanno male per la sua squadra trasmette sempre l’impressione di aver messo sul parquet tutto quello che aveva da spendere in quel momento. Con il suo arrivo nel febbraio del 2022 non ha solo alzato il livello tecnico della squadra, ma ha anche fatto fare un salto di mentalità a tutta la squadra. Essendo tre italiani che per i regolamenti dovranno andare praticamente sempre a referto sia in campionato che in Eurolega, buona parte delle fortune della Segafredo in questa stagione passerà dal loro rendimento e anche dalla loro capacità di sapersi gestire, cosa non semplice vista la loro generosità. L’aver scelto comunque una panchina con una buona esperienza consentirà comunque a Banchi di farli rifiatare parecchio almeno nelle partite della serie A.

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