Addio a Bruno Capra, eroe del Bologna campione d'Italia 1964
Bruno Capra, leggendario terzino del Bologna, ci lascia a 87 anni. Fu decisivo nello scudetto del 1964 contro l'Inter.

Bruno Capra, leggendario terzino del Bologna, ci lascia a 87 anni. Fu decisivo nello scudetto del 1964 contro l'Inter.
Girati ‘Armeri’, che adesso sei tornato a far coppia con ‘Johnny’. E con Carburo, Bulgaro, Romanino, Dondolo, Ezio e tutti gli altri. Bruno Capra era rimasto l’ultimo degli eroi del ‘64, l’undici leggendario che nello spareggio dell’Olimpico aveva battuto l’Inter cucendosi al petto il settimo scudetto. Capra, detto Johnny, se n’è andato esattamente come aveva vissuto il suo ultimo mezzo secolo di vita: in punta di piedi, con discrezione, lontano dalle luci della ribalta che lui, bolzanino ruvido ma dal cuore grande, non aveva mai apprezzato.
L’ex terzino del Bologna di Bernardini, decisiva arma tattica di quel 7 giugno 1964, si è spento domenica sera all’età di 87 anni nella residenza per anziani in cui viveva da qualche mese. Prima abitava in zona San Donato, circondato da quell’aura di mistero che lo ha accompagnato per tutto il suo dopo calcio. Mai una presenza a un evento, interviste rarissime, invisibilità assoluta. E invece Capra c’era, eccome, quel 7 giugno del ‘64 in cui ‘il Dottore’, al secolo Fulvio Bernardini, riuscì a dare scacco al ‘Mago’ Helenio Herrera rimpiazzando l’infortunato Pascutti con un terzino, magata tattica che scombinò i piani dell’Inter.
"Quel giorno giocammo con due liberi, Janich (l’Armeri, ndr) e il sottoscritto – raccontava Capra –. Io dovevo prendere Corso, ma mi dovevo occupare anche di Facchetti che su quella fascia veniva giù spesso". Fu apoteosi, in quello stesso Olimpico che sei giorni fa è stato teatro di una storica conquista della Coppa Italia: piace pensare che ‘Johnny’, prima di unirsi agli immortali, abbia voluto applaudire da vivo i ragazzi di Italiano.
Capra era nato il 13 agosto 1937 a Bolzano ma presto con la famiglia si era trasferito negli Stati Uniti, a Pittsburgh: quando rientrò in Italia per gli amici diventò ‘Johnny’. A diciott’anni giocava nel Bolzano in C quando la Spal del presidente Mazza ne architettò l’acquisto per 7 milioni. Ma a Ferrara Capra non superò le visite mediche ("avevo i valori sballati per via di una tonsillite" racconta lui) e lesto s’inserì Dall’Ara a chiudere l’affare.
Nelle sue dieci stagioni al Bologna, dal 1955 al 1965, totalizzò 178 presenze mettendo a referto un gol. Un altro lo segnò proprio al Bologna dopo essersi trasferito al Foggia, nel suo ultimo tratto di carriera. In rossoblù nell’anno dello scudetto era la riserva di Furlanis: ma quel 7 giugno si prese la scena.
Lui la raccontava così: "Il giovedì a Fregene Bernardini convoca me e Renna in uno stanzino e ci comunica: ‘Domenica al posto di Pascutti gioca Capra’. A Renna, che sperava di giocare, s’inumidiscono gli occhi, lo faccio notare a Bernardini ma lui è irremovibile. ‘Ho un piano per battere l’Inter’ disse solo". Il resto è storia: anzi leggenda.
Chi è rimasto in vita dei ventidue di quello spareggio di sessantuno anni fa? Solo gli interisti Mazzola e Guarneri. Anche se vivi e vegeti sono anche Rado, Cimpiel e Corradi, che di quel Bologna erano riserve. Ieri il Bologna ha dato il saluto a Capra sui propri canali social, proprio nel giorno in cui Vincenzo Italiano riceveva il ‘Premio Bulgarelli’. Assonanze.
Giovedì, dopo un saluto alle 10 in Certosa, si terranno i funerali alle 11,30 a Villa Pallavicini. Officerà il rito Don Massimo Vacchetti.
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