Gìo, il predestinato. I gol pesanti di Fabbian: ma il futuro è da scrivere a metà con l’Inter

È approdato a Casteldebole nel contesto dell’operazione Arnautovic. Cinque le reti realizzate, quattro nella ripresa perché si esalta nei recuperi. Adesso dovrà rispondere alla chiamata dell’Italia under 21.

di MASSIMO VITALI
17 marzo 2024

I gol pesanti di Fabbian: ma il futuro è da scrivere a metà con l’Inter

Il suo sabato da leoni Giovanni Fabbian ieri lo ha festeggiato come sempre nella quiete di Rustega, frazione di Camposampiero (Padova), dove i Fabbian hanno i natali e dove il centrocampista rossoblù è abituato a ricaricare le pile in famiglia.

Non avrà molto tempo per farlo il classe 2003 che sta stupendo tutti per la rapidità e la facilità con cui si è adattato alla serie A: questa sera per Fabbian sarà già tempo di tornare in regione, e precisamente a Cesena, dove è fissato il ritiro dell’Under 21 azzurra.

Chi si ferma è perduto: figurarsi un ragazzo di ventuno anni con una straripanza atletica che ricorda vagamente il carrarmato Dino Baggio e un’attitudine agli inserimenti (con aggiunta di gol) che rimanda a Marek Hamsik.

Può uno così fare due panchine di fila, com’è successo con Inter e Empoli? Può, se l’allenatore è quel Motta che non sbaglia un colpo e che riesce ad avere ragione sempre, specie se l’escluso dal primo minuto diventa l’uomo dei tre punti nei minuti di recupero.

E così sono cinque: 5 gol segnati al primo anno di serie A (di cui 4 nei secondi tempi), segno che furono tutto fuorché casuali gli 8 che Fabbian realizzò un anno fa in B nella Reggina di Pippo Inzaghi.

La regola di Gìo (con l’accento sulla ‘i’, copyright di Motta) è che dove lo metti segna, a prescindere dalla categoria e dal minutaggio.

Lo sanno bene anche all’Inter, che la scorsa estate ha architettato insieme con il Bologna un’operazione abbastanza inedita: i rossoblù hanno acquistato Fabbian per 5 milioni ma nel giugno 2025 l’Inter si è garantito un un diritto di ‘recompra’ già fissato a 12 milioni.

Sulla materia l’ad nerazzurro Beppe Marotta una settimana fa è stato chiaro, usando peraltro parole che hanno urtato (involontariamente) la sensibilità dei bolognesi.

"Di fatto Fabbian è un giocatore dell’Inter – le parole del massimo dirigente nerazzurro –. Abbiamo una recompra su di lui e siamo orgogliosi che sia andato a farsi le ossa in provincia".

Provincia non è un’etichetta offensiva e Fabbian, che in provincia ci è nato, è il primo a sapere che lontano dalle grandi città spesso si respirano valori sani.

Tuttavia è doveroso ricordare a Marotta che Bologna nel calcio italiano non è e non sarà mai provincia, come non lo sono, nella geografia della serie A, Genoa e Torino.

Chiuso l’inciso, resta l’ipoteca dell’Inter sul futuro del ragazzo. "Fabbian deve dimostrare il suo valore per tornare all’Inter – ha detto Marotta –, ma ci sono tutti i presupposti perché ciò accada".

Nel caso sarebbe un’operazione che porterebbe nelle casse rossoblù 7 milioni a mo’ di premio di valorizzazione. Quel che sarà, in realtà, è un libro ancora tutto da scrivere.

Se, come pare sancito dall’accordo tra i due club, Fabbian resterà anche la prossima stagione un calciatore del Bologna potrà accompagnarne la crescita, nonché crescere lui stesso, sulle strade d’Europa. E festeggiare di nuovo all’impazzata, come a Empoli, un gol da tre punti. Abbracciando Thiago o chi per lui.

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