Calha show per inseguire il record. Hakan uomo del destino per l’Inter Inzaghi a -8 dal primato di Mancini

Il turco grande protagonista della 28esima vittoria in campionato: sedicesimo rigore segnato di fila "Volevo che lo tirasse Lautaro, mi ha detto di no e sono andato sul dischetto convinto come sempre" .

di MATTIA TODISCO -
29 aprile 2024
Hakan uomo del destino per l’Inter  Inzaghi a -8 dal primato di Mancini

Hakan uomo del destino per l’Inter Inzaghi a -8 dal primato di Mancini

Due firme in più, per fare ancora la differenza. Hakan Calhanoglu non ha finito il lavoro. Persino a scudetto conquistato, mette due sigilli per battere il Torino e arrivare a tredici in campionato, quindici stagionali. Il secondo miglior marcatore in A dell’Inter, dietro soltanto a Lautaro Martinez e davanti a Marcus Thuram. Si era già tolto l’enorme soddisfazione di vincere lo scudetto contro il Milan, sua ex squadra, ai quali tifosi (e in alcuni casi giocatori) non aveva perdonato l’averlo più volte tirato in ballo nei festeggiamenti del tricolore 2022. La doppietta col Torino la celebra con un’esultanza tranquilla, senza le lacrime che hanno bagnato il viso appena terminato il derby di Milano. Trattiene le emozioni per la parata annunciata a fine gara, nelle vie cittadine, a cui partecipa mettendosi in prima fila sul pullman scoperto e diffondendo via social le immagini.

Il turnover è rimandato. Anche col titolo in tasca, Simone Inzaghi sceglie i titolari. Fanno eccezione soltanto Acerbi e Dimarco per acciacchi che è meglio curare, in vista degli Europei. Gli altri sono quelli della stracittadina, magari non proprio col sangue agli occhi. La terna arbitrale tutta al femminile guidata da Maria Sole Ferrieri Caputi dirige una partita che ha senso, per i nerazzurri, per quel record di 97 punti siglato dai predecessori del 2006/07, allenatore Roberto Mancini, che rappresenta il massimo ogni tempo del club. I granata avrebbero invece ancora speranze guardando alle coppe europee dell’anno prossimo, ma in generale è una partita in cui manca il fuoco. Le occasioni sono scarse, agli occhi dei 71.686 presenti sugli spalti. Zapata ci prova centrando in pieno Sommer, Bastoni mette un ultimo passaggio troppo corto a Lautaro lanciato a rete.

A ravvivare la contesa ci pensa Tameze: dopo due minuti dall’intervallo travolge Mkhitaryan lanciato a rete, per l’arbitro è giallo, per il Var è rosso e con l’on-field review il cartellino cambia. Gli ospiti si schiacciano nella propria trequarti e in area granata cominciano a piovere palloni dall’alto e dal basso. Barella ruba a Lazaro la sfera che, dopo opportuna circolazione, Calhanoglu spedisce alle spalle di Milinkovic-Savic. Pochi minuti e il regista turco fa bis dal dischetto dopo che Lovato ha steso Thuram in area. "Sono contento, non mi aspettavo i due gol, divertirmi così tanto in uno stadio così bello, è tutto merito dei tifosi – dice dopo l’ennesima prova magistrale condita dalle due reti -. Il segreto dei rigori? La concentrazione, non voglio sbagliare, quando c’è l’occasione voglio metterla dentro. Il segreto è lavorare e crederci. Volevo lo tirasse Lautaro, lui mi ha detto di tirarlo e allora sono andato dal dischetto". Sì perché quel penalty Calhanoglu prova anche a lasciarlo al suo capitano, a cui manca il gol da fine febbraio. La compattezza del gruppo sta anche in queste piccole cose: l’argentino decide che tocca al regista turco, quello che ancora in Italia non ha sbagliato un rigore (è a sedici su sedici). "L’Inter per me è tutto, ha alzato il mio valore, devo tutto a loro. Oggi è una giornata bellissima, mi diverto – dice ancora il giocatore turco a Dazn -. Festa? Non faccio casino, voglio stare sereno perché giocherò ancora".

E sempre con la stessa maglia, avendo rinnovato e rispedito al mittente le offerte arabe. Con il consenso di allenatore e dirigenza, che di privarsi di un totem così proprio non hanno intenzione.

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