Italia, la nuova virtù sta nel mezzo. Tonali e Ricci, la qualità che serve. Frattesi si scopre jolly letale. Calafiori è un regista aggiunto

Al Parco dei Principi la ripartenza coi fiocchi della Nazionale dopo la débacle dell’Europeo. Domani c’è l’esame Israele: Spalletti può puntare su nuove soluzioni, anche in attacco siamo rinati.

di PAOLO GRILLI
8 settembre 2024
Al Parco dei Principi la ripartenza coi fiocchi della Nazionale dopo la débacle dell’Europeo. Domani c’è l’esame Israele: Spalletti può puntare su nuove soluzioni, anche in attacco siamo rinati.

Al Parco dei Principi la ripartenza coi fiocchi della Nazionale dopo la débacle dell’Europeo. Domani c’è l’esame Israele: Spalletti può puntare su nuove soluzioni, anche in attacco siamo rinati.

Non eravamo quelli scialbi e perfino rammolliti di Berlino contro la Svizzera, il futuro dirà se l’Italia è davvero quella dalle bollicine irresistibili vista venerdì sera al Parco dei Principi.

Consigliabile comunque crederlo, perché i confortanti indizi visti sul campo nel 3-1 inflitto a una Francia vittima anche della sua grandeur – mai visti capitolare così i Blues dopo un avvio tanto dominante – depongono a favore di una fiorente seconda era spallettiana.

Già il dichiarare univocamente con giorni di anticipo quale sarebbe stato il modulo, il 3-5-2, ha dimostrato quanto la chiarezza tattica sia diventato un diktat in azzurro. Una linearità di intenti e atteggiamenti che ha fatto sbocciare la qualità. Anche dopo l’incipit da film horror della partita, col gol subito da Barcola mentre ancora risuonava l’eco del fischio di inizio della gara.

Sandro Tonali e Samuele Ricci si sono presi i riflettori nella Ville Lumiere. Il primo, al rientro in azzurro dopo la squalifica per scommesse, è andato anche molto oltre l’assist de luxe a Dimarco. Quanto ci era mancato a Euro 2024 un centrocampista così dotato di visione e di ’garra’. Il granata, poi, ha ripagato la fiducia di Spalletti replicando quanto già fatto vedere col Toro: ha lucidità, inserimento, piedi molto educati. Frattesi ha poi completato l’opera col gol (il sesto in venti gare in azzurro, roba da attaccante vero) e una energia che ha frastornato i padroni di casa.

Il centrocampo ha risollevato questa nazionale, senza voler togliere nulla agli altri reparti, ugualmente impeccabili al netto del gol subito a freddo. Certto anche Calafiori, regista aggiunto, ha contribuito a mandare in tilt la selezione di Deschamps. Come Bastoni è semplicemente un tuttocampista cone le sembianze di un difensore.

Quasi nulle le ombre della seratona di Parigi. Retegui non ha segnato, ma si è reso assai utile. Pellegrini, da seconda punta fluttuante, non ha inciso più di tanto.

Ma non è il momento di cercare il pelo dell’uovo, quando l’uovo stesso pareva una chimera. L’Italia c’è e potrà di nuovo esserci. Il ritorno di Barella, l’impiego di Fagioli potranno darci ulteriori soluzioni in mezzo. Senza mai sconfinare, però, in una complessità tattica che è sempre meglio bandire con una casacca della nazionale indosso.

Domani sera a Budapest c’è l’esame Israele. Da affrontare con tutta la ritrovata fiducia, e senza credere, all’opposto, di essere come una Spagna incompresa.

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