L’analisi dei dispositivi dovrebbe far luce su un ipotetico coinvolgimento dei due azzurri. Caos scommesse, al setaccio chat e cellulari

Zaniolo e Tonali dicono di aver puntato, ma non sul calcio. Se fosse vero potrebbero cavarsela con una multa

di PAOLO FRANCI
16 ottobre 2023

Caos scommesse, al setaccio chat e cellulari

Mentre il Coronagate viaggia veloce, pur con una pausa imposta non dall’amor di azzurro, ma dal prevedibile, ricco cachet della Rai che ha ’convinto’ Corona a vuotare il sacco dalla Di Giolamo su Raitre, per capire chi sta peggio e chi potrebbe, invece, tirare un sospiro di sollievo bisognerà aspettare. Sì, perchè ora c’è la fase più delicata: l’analisi delle copie forensi - le trascrizioni delle chat ecc. - dei tablet e cellulari di Zaniolo, Tonali. Da lì, tutto sarà più chiaro. Potrebbero uscir fuori cioè, i reali pesi e misure del coinvolgimento dei due azzurri, ma anche di quei calciatori e tesserati che Corona promette di svelare dopo Inghilterra-Italia.

Ormai è noto, i guai grossi potrebbero arrivare sul piano sportivo con il codice di giustizia della Figc che parla chiaro: non meno di 3 anni di squalifica se hanno scommesso sul calcio. Ancor di più se lo hanno fatto sulla loro squadra. Se Fagioli si è autodenunciato è per preparare il terreno al patteggiamento e allo sconto di pena previsto per chi collabora (un terzo come minimo, ma si può arrivare anche alla metà) e che ha fatto epoca proprio durante lo scandalo Scommessopoli di 11 anni fa. Fu un maestro della giustizia sportiva, l’avvocato Eduardo Chiacchio, interpretando il nuovo Cgs della Figc che prevedeva sconto di pena per chi collabora, a dar vita al primo caso di ’pentito’ del pallone, ottenendo 14 mesi di inibizione (invece di 3 anni e mezzo) per l’ex capitano dell’Ascoli Vittorio Micolucci, inguaiato fino al collo.

Quelle chat faranno da spartiacque, così come le analisi delle giocate dei calciatori. Zaniolo e Tonali dicono di aver giocato ad altro, non sul calcio. Se è vero, sono salvi sul piano sportivo. Ma solo l’analisi dei cellulari farà da sentenza. Potrebbero essere chiamati a rispondere solo di ‘esercizio abusivo di attività di gioco e di scommessa’, punito con un’ammenda e l’arresto fino a tre mesi, ma con la possibilità di uscirne con una multa. In sostanza hanno scommesso nei siti sbagliati, siti illeciti.

Non c’è tra gli indagati Zalewski, chiamato in causa da Corona. E neppure è scontato che finisca indagata dalla magistratura l’intera decina di nomi che il fotografo ha annunciato di fare. Diverso è il piano sportivo, se l’indagine condotta dalla procura federale sugli elementi forniti dai pm del pallone dovesse portare alla violazione del divieto di scommesse. Nel frattempo, dice Cristiano Giuntoli di Fagioli: "Siamo dispiaciuti per lui, ci siamo subito attivati con la Procura federale. Serve rieducare il sistema". L’aiuto serve, parola anche di Zlatan Ibrahimovic, ex compagno di Tonali: "So poco di questa storia, non ho mai sentito nulla da lui, non l’ho mai sentito stare male. Se è malato di gioco, occorre aiutarlo, perché è come una droga. Bisogna capire se ha giocato al casinò, anch’io l’ho fatto. Poi, certo, se uno scommette sul calcio è un’altra storia".

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