Tour, le Alpi non spaventano re Pogacar. Campenaerts fa una volata da maestro

Oggi la tappa più dura: 144 chilometri fra il Vars, la Bonette e Isola, terreno di caccia per Tadej. Exploit del belga alla Gap-Barcelonnette

di ANGELO COSTA -
19 luglio 2024
Tour, le Alpi non spaventano re Pogacar. Campenaerts fa una volata da maestro

Tour, le Alpi non spaventano re Pogacar. Campenaerts fa una volata da maestro

“Io non ho paura“, è il film distribuito nelle sale da Pogacar in questa settimana conclusiva di Tour. Arrivano le Alpi, esame finale di questa edizione che per la prima volta si chiuderà lontano da Parigi, e lo sloveno che dice di non sapere neppure lui perché attacca, come successo un paio di giorni fa, dall’alto dei suoi tre minuti e passa di vantaggio ripete di esser pronto.

Mai fidarsi di Vingegaard, è il pensiero del signore in giallo, e poco conta che il danese col passar dei giorni si sia mostrato sempre meno brillante, come se lo stop per il grave incidente di aprile gli avesse all’improvviso presentato il conto: da oggi a domenica, l’ex pescatore ha due tapponi e una crono in salita per provare a ribaltare la corsa. "Cercheremo di vincere il Tour, anche se sappiamo che sarà molto difficile. Se mercoledì è stata una giornata storta, sono contento di come è andata: i finali esplosivi non sono per me, i prossimi giorni saranno diversi", dice Vingegaard studiando la cartina della tappa più dura, che oggi in 144 chilometri prevede tre montagnoni oltre quota duemila: il Vars, la Bonette coi suoi 2.800 metri d’altezza e Isola 2000, arrivo che per Pogacar è come il giardino di casa.

Pensando alle fatiche dell’indomani, la crema del Tour va in gita per la Provenza lasciando ancora spazio a chi vuol risistemare i conti personali. Altra fuga di nomi celebri (Carapaz e Thomas come il giorno prima, il solito Van Aert, Hindley e il nostro Sobrero), che si riduce col passare dei chilometri: dei tre che vanno a giocarsi la tappa, il più scaltro è Victor Campenaerts, belga di 32 anni già vincitore di una tappa al Giro, nonché detentore del record dell’ora prima che arrivassero Ganna e il suo ingegnere Bigham in ordine inverso a portarglielo via. Buon cronoman, perfetto quando è ora di tirare per i velocisti, stavolta la volata perfetta se la tira da solo, impallinando il giovane francese Vercher e il veterano ex iridato Kwiatkowski, suoi compagni d’avventura nei trenta chilometri finali.

Diventato popolare al Giro qualche anno fa per aver chiuso una crono mostrando una t-shirt con cui chiedeva a una ragazza di sposarlo, stavolta Campenaerts per festeggiare sceglie mezzi più moderni: dopo il traguardo, si fa passare un cellulare e in videochiamata con la moglie Nel e il piccolo Gustaaf condivide in lacrime la grande emozione di aver vinto per la prima volta al Tour.

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