Domenicali tifa sempre per Imola. "Il Gran Premio non è a rischio. Spero che stavolta vinca Leclerc”

Stefano Domenicali, capo della F1, parla di innovazione e sostenibilità, puntando a una F1 carbon neutral entro il 2030. Spera che Imola e Monza restino nel circuito della F1.

di LEO TURRINI -
16 maggio 2024
Stefano Domenicali è originario di Imola: oggi guida il circus della Formula 1"

Stefano Domenicali è originario di Imola: oggi guida il circus della Formula 1"

Roma, 16 maggio 2024 – "Beh, teoricamente dovrei essere super partes, lo so. Ma ho una mia storia e dunque lo dico: spero che a Imola, che ritroviamo dopo il disastro dell’alluvione 2023, vinca la Ferrari di Leclerc…"

Stefano Domenicali torna a casa. Grande capo della F1 post moderna, l’erede di Bernie Ecclestone non dimentica le radici. "Sono imolese e da ragazzo entravo in circuito di straforo, per non pagare il biglietto – confessa –. Naturalmente adesso invito tutti a non imitarmi…"

Ieri mattina il Dom ed io abbiamo incontrato gli studenti di Economia dell’università di Modena. Sold out, a conferma di una realtà sorprendente: il pubblico da Gran Premio ha cambiato pelle. Cioè carta di identità.

"È così, dal 2020 in poi l’età media dei fans è scesa da 50 a 35 anni. E c’è una crescita dell’interesse femminile superiore al quaranta per cento".

Come avete fatto?

"Ci siamo aperti al mondo! C’è chi mi accusa di attentare alla tradizione dell’automobilismo, ma è un’osservazione non solo ingenerosa. È proprio sbagliata".

Tradotto?

"Al centro di tutto rimangono le corse, le macchine, i piloti. Questo nessuno può negarlo! Noi, come Liberty Media, lavoriamo per offrire uno show spettacolare. Un Gran Premio deve essere un evento, un momento di aggregazione, di festa collettiva".

In stile Super Bowl

"Infatti in mezzo al Super Bowl canta Springsteen oppure Beyoncé, ma a nessuno viene in mente di dire che la partita di football Usa conta meno".

I numeri cosa mostrano?

"I ricavi sono più che raddoppiati. Abbiamo investito nel periodo più buio, quello del Covid. E continueremo su questa strada: innovazione, sostenibilità, rispetto della Storia, con la maiuscola".

Ma può esistere una F1 compatibile con la transizione ecologica? Non c’è una contraddizione in termini?

"Per niente! Entro il 2030 la F1 sarà carbon neutral, a emissioni zero".

Bum.

"Vedrai. Puntiamo sulle benzine sintetiche per le power unit. Per inciso io non credo che l’elettrico sia l’unica soluzione, per le auto di serie. È irrealistico un approccio dogmatico, serve pragmatismo. E noi contribuiremo, con le corse, a un cambiamento razionale".

A proposito di Gp: è vero che Imola e Monza sono a rischio scomparsa, dopo il 2026?

"No, ma è vero che l’Italia, come Paese, deve fare un salto di qualità a livello di infrastrutture. Questo non vale solo per gli autodromi. Poi io, con le mie origini, farò di tutto perché Imola e Monza restino sulla mappa della F1. Ma non dipende da me".

Ti va di parlare un po’ di Ferrari?

"Ahi…"

Domenicali team principal del Cavallino avrebbe assunto il quasi quarantenne Hamilton?

"Rispondo così: l’età nell’automobilismo di oggi non è un limite. Alonso è più vecchio di Lewis e fa cose splendide…"

Quindi la risposta è sì.

"Credo che per Hamilton la Rossa sia una sfida rigenerante. La crisi Mercedes si trasformerà in uno stimolo".

E Leclerc?

"Leclerc è fortissimo. Avessi ancora una Scuderia, lo vorrei sempre con me".

Sì, però vince sempre Verstappen.

"Che è un fenomeno animato da una passione maniacale: quando non è in pista sta al simulatore, non molla mai. Comunque quest’anno Sainz e Norris lo hanno battuto e mi auguro non restino gli unici".

Adrian Newey vestirà di Rosso?

"Domanda da girare a Fred Vasseur".

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