F1, il caso ‘parolacce’: scontro aperto tra piloti e Fia
Continua l’acceso dibattito. Botta e risposta tra le istituzioni e i piloti che dicono di “non aver bisogno di istruzioni su cose banali”
Roma, 7 novembre 2024 – Nell’acceso dibattito sulle parolacce, i piloti di Formula 1 hanno chiesto all’organo di governo degli sport motoristici della Fia di essere trattati come adulti e al presidente Mohammed Ben Sulayem a riconsiderare il suo "linguaggio". Nelle ultime settimane sono stati puniti Max Verstappen della Red Bull e Charles Leclerc della Ferrari, con l’olandese che è stato invitato a “compiere un avoro di interesse pubblico” dopo aver descritto la sua auto come "f*****" durante una conferenza stampa al Gran premio di Singapore. Ben Sulayem, nell’intervista ad Autosport proprio prima della gara, aveva dichiarato che le stelle della griglia avessero la responsabilità di smetterla di imprecare alla radio e che non avessero dovuto parlare come rapper. Il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton, mentre la lite si intensificava, ha prima esortato Verstappen ad ignorare la sanzione, poi ha detto di credere che quei commenti contenessero "elemento razziale".
Le parole della Gdpa
La Grand Prix Drivers' Association (Gdpa), di cui il pilota Mercedes George Russell è direttore, ha preso in considerazione la sua risposta e ha criticato il tono di Ben Sulayem. "C'è una differenza tra imprecare per insultare gli altri e imprecare in modo più informale, come per descrivere il maltempo, o un oggetto inanimato come una macchina di F1, o una situazione di guida", si legge in una lettera aperta della Gdpa per conto dei piloti. "Invitiamo il presidente della Fia a riconsiderare il suo tono e linguaggio quando parla con i nostri piloti membri, o addirittura di loro, sia in un forum pubblico che in altro contesto. I nostri membri sono piloti professionisti, che corrono in Formula1, l'apice del motorsport internazionale. Sono i gladiatori e ogni fine settimana di gara mettono in scena un grande spettacolo per i tifosi. Inoltre, i nostri membri sono adulti. Non hanno bisogno di ricevere istruzioni dai media su questioni banali come indossare gioielli o mutande".
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