F1, Gp di Austin, le pagelle di Leo Turrini: Verstappen e Hamilton da 10. Ricciardo il peggiore

Merita la sufficienza Leclerc, meglio l’altro ferrarista Sainz che raggiunge il 7. Ancora un flop di Perez

di LEO TURRINI -
22 ottobre 2023
Il podio del Gp degli Usa

Il podio del Gp degli Usa

Austin (Usa), 22 ottobre 2023 – Max Verstappen ha vinto la sua cinquantesima gara in Formula Uno. Lo ha fatto partendo dalla sesta posizione sulla griglia e rimontando tutti gli avversari. Secondo Hamilton mentre Leclerc è scivolato dalla pole alla sesta piazza.

Le pagelle di Leo Turrini

Hamilton 10. D’accordo, non ha vinto nemmeno stavolta. ma senza le incertezze del box Mercedes ce l’avrebbe fatta. è straordinaria la tenacia di un sette volte campione del mondo, protagonista in pista dal 2007. è ancora affamato e anche in prospettiva il rivale vero dell’olandese volante resta lui. magari trionfa fra una settimana in messico.

Verstappen 10. Un po’ Schumi e un po’ Senna. Parte da dietro, usa il Piedone ma soprattutto la testa per gestire una rimonta forse più complicata del previsto. È il trionfo numero cinquanta, ha soltanto ventisei anni, guida da Fenomeno e sotto sotto forse si augura di trovare un rivale vero.

Alonso 8. Persino commovente. Scatta dal fondo, rimonta e sorpassa con il piglio di un ragazzino, fin quando la sempre più sconcertante Aston Martin non vanifica i suoi sforzi lasciandolo a piedi. È davvero un peccato vedere mortificato così il talento senza età di Fernando.

Norris 8. È irresistibile alla prima curva e a lungo accarezza il sogno della prima vittoria in carriera. Lui è pronto, la McLaren, sia pure in progresso, non ancora. Alla fine Lando si accontenta della presenza sul podio. Il resto arriverà, se esiste una logica.

Tsunoda 7. Per chi abitualmente si sbatte nelle retrovie non è cosa di tutti i giorni andare a prendere il punto per il giro più veloce. Il giapponese della ex Minardi ci è riuscito ed è il terzo figlio del Sol Levante dopo Kobayashi e Nakajima a realizzare l’impresa.

Sainz 7. Si sistema ai piedi del podio, con una prestazione molto solida. Nulla di eccezionale, ma amministra con garbo una Ferrari alle prese con i soliti eterni problemi. E di sicuro non gli dispiace chiudere la gara davanti al compagno di squadra.

Leclerc 6. Era in pole. Ha finito sesto. Non può essere contento. La squadra lo penalizza con una strategia francamente bizzarra. Comprensibile la sua delusione quando gli chiedono di far passare Sainz. Ventuno partenze al palo per Carletto, solo quattro vittorie. E non per colpa sua.

Russell 5. Stavolta straperde il duello in famiglia con Hamilton. Probabilmente sta iniziando a rendersi conto che il vecchio Lewis è ancora un osso troppo duro da rodere. Oppure, ha ancora bisogno di imparare qualcosa dal maestro.

Perez 5. Boh. Solito discorso. Guida la macchina di Verstappen e sistematicamente rimedia batoste. I dubbi sul suo futuro continuano ad aleggiare. Tra qualche giorno in Messico cercherà il riscatto con il sostegno di un pubblico caldissimo. Basterà?

Vasseur 5. Il campionato volge al termine e la Ferrari è la quarta forza. Va più piano della Red Bull di Verstappen, della Mercedes di Hamilton, della McLaren di Norris. Il manager francese ha molte cose sulle quali riflettere, compresa la strategia applicata al povero Leclerc, di sicuro non irresistibile (eufemismo).

Ricciardo 4. Al rientro dopo l’infortunio. Mai protagonista, decisamente più lento di Tsunoda. L’idea che possa essere lui il candidato alla sostituzione di Perez in Red Bull lascia francamente perplessi. Gli restano le ultime tappe della stagione per realizzare una inversione di tendenza al momento decisamente non facile da pronosticare.

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