F1, Hamilton: “La Ferrari è sempre stata un obiettivo. Il Mondiale 2021? Mi hanno derubato”

Il sette volte campione del mondo si confida in una lunga intervista al magazine GQ: “Fa ancora male rivedere le immagini del titolo perso, ma sono in pace con me stesso. Cinema e moda dopo la carriera in Formula 1”

2 aprile 2024
Lewis Hamilton guiderà la Ferrari nel 2025

Lewis Hamilton guiderà la Ferrari nel 2025

Londra, 2 aprile 2024 – L’inizio della stagione di Formula 1 non è stato sicuramente all’altezza per Lewis Hamilton. Ma il sette volte campione del mondo non ha nessuna intenzione di arrendersi e anzi in una lunga intervista al magazine GQ svela i piani per il 2024 e parla anche del futuro in Ferrari dal 2025: “Mi sto allenando più duramente di quanto non abbia mai fatto. Mi sento più preparato fisicamente rispetto a qualsiasi altra stagione. Perciò sono davvero entusiasta del presente, consapevole di non potere fare meglio. Voglio portare la Mercedes al massimo delle sue potenzialità”. Lewis, però, non nasconde l’emozione di guidare la Rossa nella prossima stagione: “La Ferrari è sempre stata un obiettivo importante per me”.

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Hamilton torna indietro nel tempo, a quel Mondiale del 2021 sfuggito via tra le polemiche e vinto da Max Verstappen. "Mi hanno derubato? È stato evidente. Però c'è una cosa preziosa che da quel momento porto con me: la presenza di mio padre. Avevamo attraversato insieme le montagne russe della vita, con alti e bassi. E il giorno che mi ha fatto più male, lui era lì. Il modo in cui mi ha cresciuto è stato sempre quello di stare in piedi, a testa alta. Naturalmente sono andato a congratularmi con Max, senza rendermi conto delle ripercussioni negative derivanti da quanto accaduto, ma ero anche consapevole dell'esistenza di un mini-me che mi guardava. È stato il momento decisivo della mia vita. E credo che lo sia stato davvero. Lo sentivo. Non sapevo come l'avrei assorbito. Non l'avevo ancora realizzato. Di una cosa, però, ero certo: nei prossimi 50 metri che percorrerò cadrò a terra e morirò, oppure mi rialzerò. Se rivedo il filmato, continua a fare male, ma sono in pace con me stesso".

Nella lunga intervista c'è spazio anche per cinema, moda, per la vita dopo le corse. "Ho avuto occasione di chiacchierare con tanti atleti straordinari, da Boris Becker a Serena Williams fino a Michael Jordan – racconta il 39enne pilota –. Nel ragionare con i grandi campioni incontrati lungo la strada che si sono ritirati o anche alcuni ancora in attività, siamo arrivati a parlare del timore verso il futuro, della mancanza di preparazione per ciò che verrà dopo. Molti di loro hanno lamentato: 'Mi sono fermato troppo presto'. Oppure: 'Sono rimasto oltre il limite'. 'Quando è finita, non avevo niente in programma'. 'Mi è crollato il mondo addosso perché tutta la mia vita era incentrata sull'agonismo sportivo'. Alla fine mi hanno indotto a pensare: ‘Ok, quando mi fermerò, come potrò evitare di trovarmi nella stessa situazione?’”.

"Ho capito che non posso correre per sempre, appena smetterò, lascerò il microfonino delle comunicazioni via radio e sarò felice. Il vero problema è che voglio fare tutto – prosegue Hamilton –. Sono molto ambizioso. Cinema e moda? Uno dei miei sogni è quello di creare una mia LVMH diversa. Non so se viviamo in un'epoca in cui un'impresa simile sia effettivamente possibile. Ma è qualcosa su cui sto ragionando”.

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