Jordan, intuito e passione: scoprì Schumi. Ferrari all’esame Cina, serve più Sprint
Addio al costruttore protagonista di un Circus che non c’è più. Stanotte la gara breve, per Zak Brown il futuro di Verstappen è in Mercedes

Eddie Jordan con Michael Schumacher
La Formula Uno dalla Cina dice addio a Eddie Jordan, funambolico protagonista del Circo a quattro ruote sul finire del secolo scorso. Il costruttore irlandese aveva 76 anni. Amava le macchine e le belle donne. Ne riparlerò tra qualche riga.
La Sprint. A Shanghai stanotte si disputa la prima Sprint Race della stagione. Poi domattina ci saranno le qualifiche per il Gran Premio vero e proprio. Diretta Sky dei due eventi alle 4 e alle 8.
La Ferrari è in cerca di risposte. Hamilton, che ovviamente ha negato di avere problemi con il suo ingegnere di pista Adami (via, dopo una gara sarebbe ridicolo e assurdo!), è stato chiaro: "So per esperienza che in F1 la differenza la fanno i dettagli. Con la Rossa dobbiamo sistemare i dettagli per estrarre tutto il potenziale della SF-25. E ci riusciremo". Ineccepibile. In teoria…
Super Max. Ma dietro le quinte tengono banco le sorprendenti dichiarazioni del boss della fortissima McLaren. Mister Zak Brown è sicuro che a fine stagione Verstappen saluterà la Red Bull. Per andare in Mercedes.
"Penso che Max lascerà la Red Bull alla fine dell’anno. Si è parlato di Aston Martin, con l’arrivo di Newey. Ma scommetterei sulla Mercedes. È noto che a Toto Wolff piace Max. E tutti pensiamo che la power unit Mercedes sia la migliore per le nuove regole del prossimo anno…".
Jordan. Tornando a Eddie Jordan, forse non è giusto, eppure probabilmente è inevitabile: resterà nella storia dell’automobilismo non per i non pochi meriti ma come l’uomo che fece debuttare Michael Schumacher in Formula Uno, riuscendo però anche nell’impresa di perderlo dopo appena un Grand Prix. Un capolavoro alla rovescia.
Correva l’anno 1991. Fine estate. Jordan aveva debuttato con la sua scuderia proprio in quella stagione. Alla vigilia della corsa di Spa, il suo pilota, il pilota Gachot, si fece arrestare in Inghilterra per una lite. Così, il costruttore irlandese pensò di sostituirlo appunto con il novizio Schumi. E subito il tedesco fece scintille: settimo clamorosamente in qualifica, alle spalle di personaggi come Prost, Senna, Mansell
Beh, io c’ero, sulle colline delle Ardenne. Scrissi che avevo visto il futuro della Formula Uno, anche se la corsa di Michelone durò appena un rettilineo, causa rottura della frizione.
Quello che avvenne dopo, è storia. Jordan probabilmente sottovalutò il potenziale di Schumi o non lo blindò con un contratto a prova di bomba. Così, nel giro di una notte, il futuro Ferrarista era diventato un dipendente di Flavio Briatore alla Benetton, con la quale avrebbe conquistato i suoi primi due titoli iridati. Ovviamente seguirono causa in tribunale, ma in realtà, al di là delle forme, Eddie Jordan aveva incredibilmente perso l’occasione della vita.
Personaggio esuberante e dalla lingua sciolta, Eddie sarebbe rimasto sul palcoscenico del circo a quattro ruote fino al 2004, raccogliendo anche soddisfazioni non marginali. Ricordo ad esempio una vittoria straordinaria proprio in Belgio nel 1997 con Damon Hill e nel 1999 il tedesco Frentzen si aggiudicò due Gp con la vettura dell’irlandese. E ancora con Jordan ha vinto il primo Gp il nostro Fisichella, in Brasile nel 2003.
Nella vita senza box, l’uomo non si è allontanato dalla F1. Ha fatto successo in Gran Bretagna come commentatore tv e si è trasformato in procuratore. E qualche mese fa è stato lui a pilotare la trattativa che ha negato alla Ferrari il suo amico Adrian Newey, il mago del progettista, poi fino alla Aston Martin.
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