Vasseur: "La Ferrari tornerà a vincere, già preso un tecnico al top. Leclerc e Sainz? Spero restino"

Il team principal del Cavallino fa il punto dopo due Gp che hanno risollevato l’umore a Maranello. "Ora c’è Silverstone che non è il nostro circuito ideale, meglio Budapest. Il presidente Elkann crede in noi"

di LEO TURRINI -
5 luglio 2023
Fred Vasseur

Fred Vasseur

Sei mesi al vertice della Ferrari. Zero vittorie. Quando arriverà la prima? Fred Vasseur è una persona perbene. È anche dotato di senso dell’ironia. Infatti risponde alla mia provocazione dimenticando per un attimo la deliziosa tagliatella di Mamma Rossella, al mitico Montana. "Vinceremo quando Verstappen e Perez si butteranno fuori a vicenda – sogghigna il capo del reparto corse del Cavallino –. Magari succede prima del previsto…".

Seriamente?

"Beh, stiamo tutti lavorando per quell’obiettivo, ci mancherebbe".

Sì, ma ai tifosi in attesa che cosa raccontiamo?

"Che abbiamo fatto progressi, domenica scorsa in Austria eravamo la seconda forza, dietro la Red Bull".

D’accordo, ma fra qualche giorno a Silverstone come la mettiamo?

"La mettiamo che sono sincero e quindi le dico che con le curve molto veloci la pista inglese non è la più adatta a noi".

Ahi.

"In compenso ci saranno occasioni in cui ci troveremo meglio".

Ad esempio?

"A Budapest e a Singapore".

Prendo nota, caro Fred. Come andiamo con la lingua italiana?

"Non benissimo, visto che stiamo conversando in inglese".

Difficoltà con il congiuntivo?

"È che non ho tempo per le lezioni. Entro in ufficio la mattina presto ed esco la sera tardi".

Zero vita sociale sul territorio?

"Quasi niente! Per fortuna a settembre mi raggiunge la famiglia, abbiamo preso casa a Bologna, i miei figli studieranno qui in Italia".

Fred, adesso io dovrei romperle le scatole.

"Prego".

Ma perché non arriva l’annuncio del prolungamento del contratto di Leclerc e Sainz?

"Permette faccia io una domanda?".

Ci mancherebbe.

"Quando scade il contratto tra Hamilton e la Mercedes?".

Fra pochi mesi, fine 2023.

"Esatto. E ancora non si cosa farà Lewis. Noi abbiamo un accordo con Charles e Carlos fino a tutto il 2024. Mi segue?".

Anche all’inferno.

"Ora, a inizio stagione io ho detto ai nostri drivers che di contratto avremmo parlato solo da fine luglio, durante la pausa estiva del Mondiale".

Beh, non manca molto.

"Infatti".

Ma lei che intenzioni ha, in merito?

"Io spero rimangano entrambi".

E cosa risponde a chi sussurra che con gli ordini di scuderia state privilegiando il monegasco rispetto allo spagnolo?

"Che non è vero niente. Non ci sarebbe motivo per farlo".

Fin qui, come giudica il rendimento dei due?

"Non hanno una macchina per vincere le corse. Questo ovviamente genera frustrazione in chi guida. Durante l’inverno, le aspettative di Charles e Carlos erano diverse".

C’è da capirli.

"Perfettamente. In questa situazione debbono portare a casa il massimo possibile, volta per volta".

Senta, è vero che ha preso un tecnico top ma ancora non può farne il nome?

"Qui mi deve concedere una spiegazione".

La ascolto.

"La Formula Uno è un mondo in cui c’è da sempre un turn over molto intenso".

Gente che viene, gente che va.

"Precisamente. Noi facciamo le nostre assunzioni, gli altri fanno le loro, è tutto normale".

Ma lei, mettiamola così, ha ingaggiato o no un ingegnere importante per il futuro della Scuderia?

"Sì ma il nome non glielo dico".

Allora il cognome.

"Lo faremo quando la persona in questione sarà libera dagli attuali impegni".

Senta, ma che senso ha continuare a tenere al muretto il ds Mekies, che si è già promesso all’Alpha Tauri?

"Ci sono logiche negoziali, cose di mercato. Ma dal momento in cui Mekies ci ha annunciato che se ne sarebbe andato, sia sicuro che è stato escluso dalle informazioni sul nostro sviluppo tecnico".

A proposito, siete già partiti con il progetto 2024?

"Sì, lavorando in galleria del vento".

E chi sta progettando la macchina?

"Il nostro staff. Cardile è il direttore tecnico ed è responsabile del telaio, Gualtieri si occupa con il suo gruppo della power unit, Tondi dell’aerodinamica".

Sono i suoi uomini.

"Io ho il compito di proteggere chi è al servizio della Ferrari. Qui è tutto bello, ma naturalmente c’è una pressione che altrove non esiste".

Lei sente la fiducia di John Elkann, il presidente?

"Al cento per cento".

Grazie Fred, però la prossima intervista la facciamo in italiano.

"Obbedisco".

Ps. Jean Todt, francese come Vasseur, debuttò trent’anni fa al timone della Rossa. Per vincere il primo Gp, gli ci vollero tredici mesi.

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