"Leclerc e la Ferrari: un'appartenenza Rossa che sogna l'iride"

Charles Leclerc è popolare tra i ferraristi nonostante i risultati modesti. La Ferrari è in una traversata nel deserto, ma ogni tanto Leclerc riesce a regalare piccoli momenti di orgoglio. Scommettere sull'iride nel 2024? Mah.

23 ottobre 2023

Leo

Turrini

Visto che se ne parla tanto per brutti motivi, scommettereste sulla Ferrari iridata nel 2024?

Mah.

Se quando Leclerc fa Leclerc in qualifica poi gli sbagli la strategia, a corredo di una macchina inadeguata, beh, le perplessità si consolidano. La traversata nel deserto continua. La Terra Promessa non si vede.

Lo so, lo so. E lo sanno anche i miei quattro lettori.

Verstappen è un fenomeno. I punti si fanno alla Domenica e bla bla bla.E non c’è nemmeno troppo da stupirsi, visto che l’olandese è alla vittoria numero 50.

Ma qui si vorrebbe raccontare un’altra storia. Diamine: ventuno volte dal 2019 in poi Carletto è scattato davanti a tutti. Solo in quattro occasioni ha potuto trasformare il suo istinto da velocista in successi pieni.

Non va bene. È un record alla rovescia.

Eppure.

Eppure, persino in un mondiale come questo, un ferrarista coltiva sogni diversi. Se la Red Bull di Max è imprendibile, stona il disagio crescente nei confronti di Mercedes e McLaren.

Davvero, mi dispiace.

Mi dispiace per chi si ostina a non comprendere.

C’è un motivo, se a dispetto di risultati oggettivamente modesti, Leclerc è così popolare tra i ferraristi.

Dipende dal fatto che ogni tanto ti tira fuori il numero che ti restituisce l’orgoglio di una appartenenza.

Era accaduto nel venerdì di Austin.

Non è durata, d’accordo.

Ma se da oltre settant’anni siamo qui ad identificarci in una passione Rossa, beh, è anche per piccoli momenti così. Solo che dovrebbero smetterla di essere effimeri.

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