Montezemolo torna al Gran Premio: speranze per la Ferrari in Bahrain

Luca Cordero di Montezemolo torna al GP del Bahrain dopo 10 anni. La Ferrari cerca fortuna con la SF-25 e affronta sfide FIA.

di LEO TURRINI
11 aprile 2025
Luca Cordero di Montezemolo

Luca Cordero di Montezemolo

Luca Cordero di Montezemolo rimane, a oggi, l’ultimo presidente della Ferrari campione del mondo. Il suo bilancio personale, in qualità di numero uno del Cavallino, parla di otto titoli iridati costruttori e sei nel campionato piloti ("Ma ne ho vinti di più se contiamo anche quando ero il diesse del Drake…").

Sempre innamoratissimo delle Rosse, Montezemolo non ha più presenziato dal vivo ad un Gran Premio dal 2014, anno in cui fu costretto a lasciare il timone della Ferrari. Ma, Stephen King docet!, a volte appunto ritornano.

Ai box. L’avvocato sarà in Bahrain per il Gran Premio, quarta tappa della stagione. È lui stesso a darne conferma: "È vero, dopo 10 anni torno a un GP su insistenza degli amici del Bahrain e di Stefano Domenicali. Spero di portar fortuna alla Ferrari, che ne ha molto bisogno".

È una frase di circostanza, ok. Ma in quel cenno finale alla Rossa “bisognosa” di fortuna è facile cogliere un sacco di cose. In breve: dispiacere, rimpianto, malinconia.

Debutto. Vabbè, andiamo avanti. Nel week end di Sakhir, anche Dino Beganovic sarà impegnato al volante della SF-25. Il pilota svedese è un allievo della Scuderia Ferrari Driver Academy farà il proprio esordio in una sessione ufficiale di Formula 1, prendendo il posto di Leclerc nella prima sessione di prove libere. Il regolamento FIA prevede, infatti, che ciascun titolare – a partire da quest’anno per due volte nel corso della stagione – ceda il proprio sedile a un giovane pilota con meno di due gare nella massima categoria.

Vasseur. Ma naturalmente la cosa più importante per la Ferrari è il livello di prestazione della SF25. Le delusioni fin qui accumulate non possono negate. Hamilton e Leclerc si aspettavano e si aspettano di più dalla macchina. Dice Fred Vasseur: "Il fatto che la quarta gara della stagione si disputi in Bahrain ci offre la possibilità di misurare i progressi che abbiamo fatto nella gestione della SF-25 rispetto ai test svolti proprio qui un mese e mezzo fa. Sappiamo che ci manca ancora della prestazione per essere in grado di lottare con McLaren e crediamo che occorra fare dei passi avanti soprattutto in termini di ottimizzazione del bilancio vettura. È su questo aspetto che ci concentreremo a Sakhir, anche con il supporto di chi opera in fabbrica a Maranello. Dobbiamo curare nei minimi particolari tutte le fasi del weekend, consapevoli che anche solo un decimo di guadagno può significare stare davanti ad alcuni dei nostri rivali tanto al sabato in qualifica che la domenica in gara".

Fia. Intanto è scoppiato il caos all’interno della Fia, la federazione internazionale dell’automobilismo. Ieri il vicepresidente Robert Reid ha rassegnato le dimissioni in dura polemica con la gestione del numero uno della Federazione, Mohammed Ben Sulayem. Reid ha motivato la sua scelta a causa di "un crollo fondamentale degli standard di governance", riconoscendo "un crescente allarme per vitali decisioni assunte senza un processo o una consultazione adeguati. Quando ho assunto questo ruolo, è stato per servire i membri della Fia, non per servire il potere". Il presidente ha replicato con asprezza. La guerra di potere è destinata a continuare, con possibili ricadute sul futuro stesso della F1, compresa l’introduzione dei nuovi regolamenti tecnici.

In tv. Oggi alle 13,30 e alle 17 le due sessioni di prove libere. Diretta Sky.

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