F1 Monza, tra realismo e fiducia. Il luogo ideale per sognare una ripartenza

Modena, 1 settembre 2023 – Meglio essere onesti subito: a Monza non arriva la Ferrari dei sogni. Rispetto a dodici mesi fa, il declino della Rossa è stato malinconicamente evidente. Ancora a fine estate del 2022, beh, si poteva immaginare un Cavallino in grado di duellare ad armi pari con i Bibitari della Red Bull. Non è accaduto. Anzi… Ora, non starò a farla tanto lunga. Gli errori si pagano e di sbagli a Maranello ne sono stati commessi tanti. Troppi. Sedici anni senza conquistare un Mondiale piloti hanno tanti padri. Individuare responsabilità e colpevoli diventa persino stucchevole: nell’arco di una generazione, non si salva nessuno. Ma proprio per questo, poiché processare un’era è esercizio da lasciare agli storici, Monza 2023 deve essere considerata alla stregua di una ripartenza. Come proclamava John Fitzgerald Kennedy, io sono un idealista senza illusioni. Tifo Ferrari da quando era bambino. Mi sono esaltato con Lauda, con Villeneuve, con Schumi, con Raikkonen. Mi sono intristito spesso: la Ferrari ha questo di unico, è un eccitante che purtroppo sa anche innescare la depressione. Eppure, bisogna guardare avanti. Dubito fortemente che Leclerc o Sainz possano vincere domenica. Non hanno la macchina giusta. Forse nemmeno l’organizzazione giusta alle spalle. Al tempo stesso, ad un week end che nasce sotto auspici non favorevoli ci si può avvicinare con la speranza di chi non si rassegna. Monza, per i cultori della modernità, è persino un anacronismo: non è un luogo “glamour” in linea con le imposizioni dello show business. Ma Monza significa Ferrari: cioè tradizione, passione, amore per un’idea della italianità che merita di sopravvivere alle sconfitte, alle amarezze, al disincanto, alle disillusioni. Lo dico? Lo scrivo. Monza 2023 deve regalarci almeno un brandello Rosso di emozione. Per riaccendere la fiducia in un futuro migliore.