Red Bull, Newey: "Dispiace non aver lavorato alla Ferrari nella mia carriera"

L'ingegnere del team campione del mondo ha rifiutato due volte il Cavallino Rampante tra gli anni 90' e gli anni 10'

di GABRIELE SINI -
29 settembre 2023
Max Verstappen e Adrian Newey (Ansa)

Max Verstappen e Adrian Newey (Ansa)

Roma, 29 settembre 2023 - La Red Bull ha conquistato, con largo anticipo e con ampio margine sulla concorrenza, il titolo del mondiale costruttori 2023 di Formula 1. Questo è il secondo successo di fila per la compagine di Milton Keynes, che sembrerebbe aver aperto un nuovo ciclo, dopo aver vissuto quello con Sebastian Vettel al volante dal 2011 al 2014. Ora alla guida del missile anglo-austriaco c'è un altro fenomeno, Max Verstappen, che nel prossimo appuntamento della stagione andrà, con molta probabilità, a mettere in cassaforte aritmeticamente il suo terzo titolo iridato. Alle spalle di questi trionfi c'è un team che ha saputo costruire delle monoposto per ora imbattibili, come la RB18 del 2022 e la attuale RB19. A capo di questo team c'è Adrian Newey, uno degli ingegneri più geniali e importanti nella storia della Formula 1. Intervistato dal portale ufficiale del Circus e sul podcast "Beyond The Grid", Newey ha ammesso che, un paio di volte nella sua carriera, è stato sedotto dalla Scuderia Ferrari e ha svelato le motivazioni che lo hanno indotto a rifiutare la corte del Cavallino Rampante.

Il doppio no alla Ferrari

Adrian Newey ha risposto che effettivamente ci sono stati dei contatti con la Ferrari: "La Ferrari mi ha avvicinato ai tempi della Indy car, che probabilmente non conta, poi nel 1993 e, notoriamente, nel 2014. L'offerta del 1993 era molto allettante. Andai dal team principal dell'epoca, Jean Todt, che si era appena insidiato in quel ruolo. Ricordo che parlava di assumere o meno Michael Schumacher". L'ingegnere della Red Bull ha poi domandato ironicamente: "Pensate che sia stata una buona idea, la sua?". A quei tempi, Adrian Newey si era appena risposato, dopo aver divorziato dalla precedente moglie nel periodo in cui lavorava tra Inghilterra e Stati Uniti per la March. Proprio questo suo avvenimento nella propria vita privata, lo spinse a declinare l'offerta del Cavallino Rampante. Alcuni avevano persino ipotizzato che la Ferrari potesse creare una seconda base della propria scuderia in Inghilterra, fattore che avrebbe permesso a Newey di lavorare da oltremanica. A questo riguardo, lo stesso ingegnere si è dichiarato scettico: "Non ho mai posto la domanda e non ci credo. La Ferrari è una squadra italiana. Non credo nel concetto di avere un centro di ricerca e progettazione in un luogo completamente diverso dalla squadra corse, anche se ovviamente so che abbiamo un team gemello, in Red Bull, che lo fa". L'AlphaTauri, infatti, è divisa tra Faenza, proprio in Italia, e Bicester, nel Regno Unito. Il secondo momento storico nel quale Adrian Newey fu tentato dall'approdare a Maranello è molto più recente. Nel 2014, quando ebbe inizio l'era dei regolamenti turbo ibridi, il genio della Red Bull si trovò di fronte a un bivio, che ha però spiegato così: "Le mie discussioni nel 2014 con la Ferrari erano puramente dovute alla frustrazione. Non volevo davvero andarmene dalla Red Bull, ma ci trovavamo in una situazione in cui la Renault non aveva prodotto un motore turbo ibrido competitivo. Può succedere al primo anno, ok, con le nuove regole: tutti commettiamo degli errori. Ma poi siamo andati a trovare Carlos Ghosn (l'ex amministratore delegato di Renault, ndr) con Christian Horner ed Helmut Marko, per cercare di fare pressione su di lui, in modo da aumentare il budget. La risposta di Ghosn fu: 'Beh, non ho alcun interesse per la Formula 1. Sono qui solo per il mio lavoro. Ci sono solo perché i miei addetti al marketing dicono che dovrei esserci'. Fu davvero deprimente per me". Superato quel momento, però, Adrian Newey decise di restare a Milton Keynes, con i risultati che oggi gli danno ragione, in virtù di un nuovo regolamento tecnico nel quale la Red Bull ha già scavato un margine importante con la concorrenza. Qualche rimpianto nel non essersi vestito di rosso, però, il progettista forse lo ha: "Emotivamente, credo, fino a un certo punto si. Ma anche, per esempio, lavorare con Fernando Alonso e Lewis Hamilton sarebbe stato favoloso. Ma non è mai successo. A volte sono solo circostanze, è così che vanno le cose".

Le differenze del progetto Mercedes

Tornando a concentrarsi sul presente, Adrian Newey è stato interrogato sulla strada che ha intrapreso Mercedes con il nuovo regolamento tecnico. La Red Bull e il team di Brackley hanno lavorato in maniera opposta, sfruttando filosofie agli antipodi, e che hanno premiato il lavoro degli ingegneri di Milton Keynes rispetto a quelli del muretto di Toto Wolff: "I nostri progetti sono due poli agli opposti. A fine 2022 ci siamo chiesti se fare ricerca sul concept Mercedes, che aveva avuto lampi di competitività in Brasile. Avevamo il timore che potesse esserci sfuggito qualcosa. Alla fine, però, abbiamo deciso di restare fedeli alla strada che avevamo scelto di intraprendere continuando a svilupparla senza dirottare tempo e risorse sullo studio del concept Mercedes". Il tempo sta dando ragione ai campioni del mondo in carica, mentre le Frecce d'Argento si ritrovano a lottare per essere la seconda forza del mondiale. Newey ha infine ripercorso ciò che è accaduto tra il 2021 e il 2022, anno nel quale le nuove direttive tecniche sono entrate in vigore. All'epoca la Red Bull era in lotta con Mercedes per il campionato piloti, poi vinto all'ultimo Gran Premio da Max Verstappen, nella tanto contestata corsa di Abu Dhabi: "Ferrari aveva giustamente abbandonato in fretta il progetto 2021 concentrandosi sul 2022. Noi, invece, dato che finalmente avevamo la possibilità di giocarci di nuovo il titolo, abbiamo sviluppato il più possibile la vettura 2021 sacrificando un po’ il 2022. Mercedes ha seguito una via di mezzo tra la Ferrari e noi. Ciò che è stato importante nel progetto 2022 è stato azzeccare subito la base progettuale, ovvero il telaio e le sospensioni. Se si sbaglia l’aerodinamica si può correggere durante l’anno, se si sbagliano invece altri ‘fondamentali’ si è bloccati per tutta la stagione". Leggi anche: F1, la Williams rifiuta Mick Schumacher per il 2024  

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