Djokovic-Nadal, il serbo firma l’ultima sinfonia di una rivalità infinita

Nole vince nettamente e mette (probabilmente) il punto al testa a testa più intenso di sempre

di GABRIELE TASSI
29 luglio 2024
Novak Djokovic e Rafael Nadal

Novak Djokovic e Rafael Nadal

Parigi, 29 luglio 2024 – Nemmeno il ruggito del campione è bastato, sui campi che lo hanno incoronato 14 volte campione Slam. Djokovic batte Nadal dopo due anni l’uno senza l’altro e alla fine suona il violino per sua figlia, come nell’ultima sinfonia – negli anni mai così a senso unico – di un dualismo diventato infinito. Sì, perché sono passati oltre settecento giorni senza quella sfida che negli anni si è fatta un’epopea.

A Parigi l’emozione fa sessanta. Come le volte che si sono trovati di fronte il campione maiorchino e quello serbo: forse oggi, alle Olimpiadi è andato in scena l’ultimo capitolo del loro duello sportivo, un racconto cominciato nel 2005, praticamente vent'anni fa. Ma il libro della musica si è davvero chiuso?

In campo si è visto tutto: il dominio del campione serbo, le difficoltà fisiche dell’iberico, letteralmente sotterrato dallo strapotere di Djokovic, e poi un colpo di reni di Rafa, spento come un fiammifero dal 24 volte campione Major. 

Nadal resta in gara nel doppio con quel giovane pronto a raccogliere la sua eredità: Carlitos Alcarz. A inizio anno aveva detto che sarebbe stata la sua ultima stagione, per poi smentirsi più volte durante l’anno, rifiutando pure le cerimonie di saluto approntate dai tornei in giro per il mondo

Intanto Nole aggiorna la casella delle sfide a a suo favore per 31 a 29 in una partita a senso unico. Rafa? In questi Giochi si toglie lo sfizio di aver portato la torcia olimpica, e di essere riuscito (quasi) a ribaltare il match sulla terra familiare del Roland Garros. Dal 2005 i due si sono spartiti 46 dei 74 titoli del Grande Slam, due cannibali dalla fame infinita protagonisti oggi – probabilmente – della loro ultima sinfonia, mano a mano. 

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