L’atletica alle Olimpiadi, il bilancio è positivo. Mei: “Voto 8 ai ragazzi”

L’Italia chiude con tre medaglie la rassegna olimpica nell’atletica e il sesto posto nella classifica a punti: è mancato l’acuto ma il movimento tiene

di MANUEL MINGUZZI -
12 agosto 2024
Nadia Battocletti

Nadia Battocletti

Parigi, 12 agosto 2024 – Non ci sono stati gli ori di tre anni fa, cinque in totale, non era pensabile, ma tre medaglie olimpiche dall’atletica sono arrivate, a cui sommare cinque quarti posti e 17 finalisti complessivi con piazzamenti nei primi 8. Il movimento dell’atletica italiana ha confermato il suo stato di salute alle Olimpiadi di Parigi anche se non c’è stato l’acuto con una medaglia d’oro. L’atletica azzurra c’è e lo testimonia il sesto posto nella classifica a punti, che ovviamente non assegna medaglie ma restituisce la crescita delle varie nazioni. Comandano ovviamente gli Stati Uniti con 322 punti, davanti al Kenya, che domina il mezzofondo, con 112, poi Gran Bretagna con 100, Etiopia con 78 e Giamaica con 70, mentre l’Italia ha chiuso sesta con 65 punti al pari dell’Olanda. Al resto ci hanno pensato Nadia Battocletti, argento nei 10mila, Andy Diaz, bronzo nel triplo, e Mattia Furlani, bronzo nel salto in lungo.

Mei: “Voto 8 ai ragazzi”

Tre medaglie, tanti quarti posti ma nel complesso è salito di 7 unità il numero di finalisti rispetto a Tokyo, quando furono 10 invece dei 17 di Parigi. Il bilancio di Stefano Mei, presidente della Fidal, resta oltremodo positivo: “Se dicessi che non avrei preferito vincere cinque ori non sarei soltanto ipocrita ma anche un po’ stupido – le parole del presidente ai canali federali - È ovvio che quando hai un benchmark di questo genere, qualunque cosa tu faccia dopo difficilmente la riesci a migliorare. Avevo parlato della possibilità di vincere otto medaglie: facendo i conti abbiamo tre medaglie e cinque quarti posti molto vicini al podio, quindi la previsione era corretta.”, la sua analisi. I 17 finalisti totali mancavano addirittura da quarant’anni, cioè a Los Angelese 1984, quando però mancava il blocco dell’Est. Insomma, il movimento continua ad andare bene: “Questa compattezza e questa profondità di squadra mi lasceranno un ricordo dell’Olimpiade assolutamente positivo e mi fanno dire che c’è futuro. Le contro prestazioni che ci sono state hanno avuto motivi oggettivi: Tamberi ha avuto una colica renale una settimana prima della gara della vita, Fabbri ha fatto un nullo da 22,80 al primo lancio e poi ha iniziato a piovere, Stano si è spaccato un piede il 21 aprile, Palmisano è stata sfortunata con il Covid. Non sono scusanti, sono fatti”. La marcia non ha potuto difendere gli ori tre anni fa, e nemmeno Tamberi, mentre Jacobs ha fatto il possibile contro rivali veloci e agguerriti. “Nonostante tutte queste situazioni, i ragazzi sono andati bene. Anche chi era uscito alla grande dagli Europei, pensiamo a Nadia Battocletti. Dire che il problema è stato anticipare l’Europeo a giugno, che ha dovuto creare due picchi di forma, è una stupidaggine. Simonelli purtroppo ha fatto un errore che in un 110 ostacoli ci sta. Però la squadra che è uscita così bene dagli Europei è venuta qui e ha fatto altrettanto bene. Ai miei ragazzi do 8”. Merita un capitolo a parte Tamberi. A Rio era stato sfortunato, un infortunio lo aveva tolto di mezzo, a Tokyo si era rifatto alla grande con la medaglia d’oro ma a Parigi la sfortuna ha colpito ancora, prima con un piccolo infortunio muscolare e poi con una dolorossima colica renale: “Ci siamo fidati totalmente, e continuo a fidarmi anche oggi, di quello che Gimbo sa fare – ha commentato il presidente Mei - Quando accadono queste cose, è una congiuntura astrale avversa. Ha vissuto un incubo. Non so sinceramente come abbia fatto ad andare in pedana”.

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