Mornati (Coni): “Potremmo anche battere il record di Tokyo”

Il segretario generale ha presentato i numeri della spedizione a Parigi: oltre mille persone coinvolte. “Altre medaglie in arrivo, ma è importante aver capito che i quarti posti non sono fallimenti”

di DALL’INVIATO DORIANO RABOTTI -
10 agosto 2024

Parigi, 10 agosto 2024 – Carlo Mornati è un ex atleta, quindi l’approccio alle vicende di campo è sicuramente diverso da quello che può avere un dirigente. L’ex canottiere azzurro oggi è segretario generale del Coni e a Casa Italia ha stilato un bilancio della spedizione azzurra, che sarà sicuramente un successo: “Comunque vada, nella peggiore delle ipotesi come numero di medaglie in questa edizione arriveremo dietro quella di Tokyo”, ha spiegato Mornati, “ho sempre detto di non guardare il numero di medaglie ma rispecchiano le previsioni che avevamo, più o meno ci siamo. Più significativo l'indice di competitività olimpica, un algoritmo che tiene conto di tutti i risultati fatti nelle discipline olimpiche nell'arco del quadriennio, ed è rimasto invariato. Siamo il quarto Paese. Se solo un terzo dei quarti posti fosse diventato medaglia avremmo sfondato quota 70. Siamo passati dalle 57 finali di Rio alle oltre 80 di Parigi".

Carlo Mornati tra il presidente Sergio Mattarella e Giovanni Malagò
Carlo Mornati tra il presidente Sergio Mattarella e Giovanni Malagò

Il Coni ha fatto uno sforzo importante anche in termini di numeri, perché dietro ogni atleta c’è una struttura, tra Villaggio Olimpico e alloggi all’esterno per circa un terzo dei campioni azzurri presenti a Parigi: “Le Olimpiadi sono molto difficili per chi deve lavorarci dentro. Avevamo una struttura di backup di tutti i servizi previsti che ci ha permesso di arrivare dove non arrivava il Comitato organizzatore", ha detto Mornati presentando la relazione tecnica.

Gli abbiamo chiesto in che modo si può migliorare nello sport di squadra, che è stato un po’ il punto debole della spedizione azzurra: “Questo è un discorso un po’ articolato, lo sport di squadra passa attraverso la scuola, e noi paghiamo lo scotto rispetto a Paesi come la Serbia, la Croazia, la Slovenia, la Spagna perché loro lo sport di squadra lo fanno a scuola. Oggi mancano gli oratori, sarebbe importante riportare lo sport a scuola, i ragazzi dai 5 ai 15 anni sono lì, è quello il bacino. Se guardiamo le medaglie, vengono da ragazzi cresciuti in località che sono centri di artigianato di eccellenza, ragazzi cresciuti e curati in maniera certosina in enclavi particolari, penso al taekwondo localizzato in Puglia”.

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