Musetti: “Questa medaglia è per la mia famiglia e per l’Italia”

Il toscano racconta un mese incredibile culminato con il bronzo a Parigi: “Non vedo l’ora di poterlo raccontare a mio figlio Ludovico. E di mangiare una pizza”

di DORIANO RABOTTI INVIATO A PARIGI
3 agosto 2024
La gioia di Lorenzo Musetti dopo aver vinto la medaglia di bronzo

La gioia di Lorenzo Musetti dopo aver vinto la medaglia di bronzo

Era già un  altro uomo prima di vincerla, quella medaglia. Diventare padre ha cambiato molto Lorenzo Musetti, non solo perché ora c’è il piccolo Ludovico al quale dedicare una vittoria storica: “Non vedo l’ora di poterglielo raccontare, adesso è ancora piccolo, ma l’idea di spiegarglielo un giorno è bellissima. Non vedo l’ora anche di tornare a casa dalla mia famiglia e dormire un po’. E di farmi una pizza appena possibile, sono mesi che mangio riso in bianco e pollo”.

Con una medaglia al collo uno può farsi tutte le pizze che vuole, e magari il vecchio Musetti si sarebbe davvero lasciato andare. Questo sembra l’emblema della lucidità: “E’ stato importante essere lucido, soprattutto dopo la sconfitta in semifinale con Djokovic, abbiamo analizzato bene le cose con il mio staff per ripartire e giocare la finale. Per me non è molto importante il colore della medaglia, credo di essermela meritata. La notte scorsa ho sognato che la riportavo a casa, credo di essere stato bravo a lavorare per trovarmi una strada in questo match. E credo anche che per l’Italia, non solo per me, significhi qualcosa. Ci ho messo l’orgoglio italiano, in queste Olimpiadi. Il nostro carattere fa la differenza”.

Al punto da sorprendere se stesso: “Sì, mi ha stupito il modo in cui sono riuscito a superare i miei limiti, anche fisici e di condizione mentale. Nel primo set Auger-Aliassime non si era espresso al meglio, poi se ne è uscito con giocate da campione. Potevo solo aspettare il momento giusto e così è stato”.

Se non è una svolta nella carriera, ci somiglia molto: “Svolta non lo so, è un mese che ho svoltato. Punto di partenza di sicuro, vengo da un momento magnifico che sto confermando settimana dopo settimana, la novità è la continuità. In quel senso il salto di qualità c’è stato. I momenti di nervosismo? Mi davano fastidio le luci e in certi momenti le vedevo più forti del solito, ma qui è un problema che ho sempre avuto”.

Dopo il matchpoint trasformato, si è sdraiato a terra: “Ho pensato che finalmente era finito il torneo, è stata tosta sia a livello mentale che fisico, ho finito spesso tardi, ho riposato poco. Mi mancano tante ore di sonno, ma è stata una faticaccia e ne è valsa la pena. La maglia azzurra mi ha dato una spinta in più. So che un gioco come il mio è destinato a dividere, c’è chi ti ama e chi ti critica. Prenderò il meglio da chi mi stima e cercherò di migliorare grazie a chi ce l’ha con me. Ora devo confermare la continuità, arrivare in semifinale in quattro-cinque tornei di fila non è da tutti”.

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