Olimpiadi Invernali 2030, la Francia spinge per il ciclocross: si va verso il sì

Gli organizzatori francesi premono per avere Ciclocross e corsa campestre alle Olimpiadi Invernali: serve una deroga per correre su sterrato

di MANUEL MINGUZZI -
9 agosto 2024
Mathieu Van der Poel

Mathieu Van der Poel

Bologna, 9 agosto 2024 – E’ vicino l’ingresso di due nuovi sport nelle Olimpiadi Invernali. Non a Milano Cortina 2026, bensì per l’edizione sulle Alpi francesi nel 2030. E allora chissà che non si possa vedere in futuro una sfida tra Mathieu Van der Poel e Wout Van Aert alle Olimpiadi, ma non su strada. Si parla di ciclocross, sport strettamente invernale e che avrebbe bisogno di una deroga per entrare nel programma olimpico. Infatti, il regolamento prevede che una disciplina olimpica invernale si debba tenere su un manto nevoso o ghiacciato, cosa che non accade nel ciclocross anche se ogni anno la Val di Sole ospita una gara di Coppa del mondo sulla neve. Si va comunque verso il sì con una deroga e vale anche per la corsa campestre.  

L’Uci ha già detto sì, ora palla al Cio

La tradizione vuole che il ciclismo su strada abbia nella primavera e nell’estate il suo cardine, ma il ciclocross vive invece di freddo, di fango, di terra. Non importa la temperatura, non importa il meteo: una disciplina per veri duri. Da anni la domina Mathieu Van der Poel, più volte campione iridato, e chssà che l’olandese non possa avere la sua chance olimpica nel 2030, assieme all’eterno rivale Wout Van Aert. L’Uci è già d’accordo, anzi il presidente David Lappartient sta premendo per questo ingresso nel programma olimpico e dare lustro a uno sport spettacolare e intrigante. L’Olimpiade 2030 dovrebbe essere l’occasione giusta, con deroga da parte del Cio perché servirebbe un cambio regolamentare per consentire lo svolgimento su sterrato e fango. L’idea resta quella di mantenere questo sport nel suo terreno storico e non aprirsi alla neve, dove appunto in Val di Sole è stata sperimentata una tappa di Coppa del mondo su manto bianco. Anche la corsa campestre potrebbe fare il suo ingresso alle Olimpiadi 2030, sempre su sterrano e non su neve, specialità dove spesso si è cimentata anche Nadia Battocletti, fresca di argento nei diecimila metri a Parigi. Il sì appare imminente da parte del Comitato Olimpico Internazionale, ma non ci sarà un debutto come sport dimostrativo a Milano-Cortina, dove non è in programma un ingresso in calendario. Resta da capire se i due fenomeni VDP e WVA tenteranno di arrivare al 2030, quando avranno abbondantemente superato i 30 anni. Ovviamente, potrebbe approfittarne anche Tom Pidcock che invece si è cimentato, con successo, sulla mountain bike alle Olimpiadi di Parigi in corso di svolgimento. Resta comunque da verificare il problema della concorrenza, dato che il ciclocross è uno sport strettamente dominato da belgi e olandesi. L’ultima Coppa del mondo, Van der Poel non ha disputato tutte le gare, è stata vinta da Eli Iserbyt, belga, davanti agli olandesi Nieuwenhuis, Ronhaar e van der Haar, ma in generale nei primi dieci posti Olanda e Belgio si sono equamente distribuite con cinque corridori ciascuno. In campo femminile è invece totale dominio orange. La Coppa del mondo è stata vinta da Ceylin Alvarado con ben otto olandesi nei primi dieci posti. Un monopolio.

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