Parigi 2024, non sono solo Giochi. Le medaglie a cinque cerchi rispecchiano la salute di un Paese

L'articolo di Leo Turrini riflette sull'importanza delle Olimpiadi per l'Italia, sottolineando il legame tra successo sportivo e valori nazionali. Si evidenzia la resilienza del modello italiano e l'importanza di discipline come atletica e nuoto. Si guarda anche al futuro delle competizioni olimpiche, con apertura verso nuove discipline.

di LEO TURRINI -
23 luglio 2024
Le medaglie a cinque cerchi rispecchiano la salute di un Paese

Le medaglie a cinque cerchi rispecchiano la salute di un Paese

Probabilmente è una esagerazione collegare la classifica finale nel medagliere olimpico allo stato di salute di un Paese, di una nazione. Esistono fior di studi che, prima ancora di ricorrere alla potenza degli algoritmi, sostengono la suggestiva connessione tra podi e Pil, prodotto interno lordo. Ma forse può essere utile allargare lo sguardo, evitando di ridurre il ragionamento al mero dato economico (che poi, come spiegò bene Robert Kennedy, occhio ai numeri: nel Pil entrano anche i soldi che si spendono per le armi o per costruire carceri o per combattere i trafficanti di droga, eh).

Allora, molto più banalmente io sarei qui a dire che un’Italia tra le prime dieci potenze olimpiche a fine Giochi sarebbe indiscutibilmente motivo di orgoglio. Un risultato del genere confermerebbe la resilienza di un modello che mescola sul territorio modernità e volontariato, perché sono tante le discipline che a livello di base si reggono sulla generosa spontaneità di migliaia di individui. Vorrei risparmiarmi e risparmiarvi la solita tirata sui limiti della relazione tra scuola e sport. Non siamo l’America dei campus e nemmeno la Germania (tra parentesi: sarebbe davvero una buona cosa far rinascere i Giochi della Gioventù, che furono una sottovalutata intuizione felice dei governi di centrosinistra).

Sarà poi interessante “pesare” le nostre medaglie. È vero che sono tutte uguali, ma l’atletica leggera ha una dimensione universale negata ad altri settori dell’agonismo. Nell’ultima fase storica, facciamo da Sydney in poi, l’Italia ha recuperato posizioni nel nuoto e a Tokyo ci fu il boom repentino (e temo non ripetibile) dei 5 ori nell’atletica stessa. Adesso ci sono aspettative enormi per il tennis. Sono tutte discipline che esercitano un traino potente sul reclutamento di ragazzi e ragazze, un elemento fondamentale se si crede che lo sport, come è vero, sia un bonus per la salute dei cittadini.

Al tempo stesso (e non si tratta di una contraddizione) c’è curiosità per come sapremo adattarci a competizioni figlie del futuro. Chi governa l’Olimpiade ha antenne attente all’evoluzione di gusti ed abitudini delle masse: a Parigi debutta la breakdance e ci siamo qualificati. Non è il caso di storcere il muso: anzi, sono esperimenti da seguire con rispetto. Anzi bis: peccato sia uscito dal tabellone il karate, che fu prodigo di emozioni dipinte di azzurro.

Ancora e infine, che l’Italia olimpica sia anche e soprattutto donna non è più una novità. Ma sarebbe gradita conferma!

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