Stephen Curry avvisa Team Usa e non solo: "Non siamo invincibili"

Dopo la tiratissima vittoria nel test preolimpico contro il Sud Sudan, arrivata all'ultimo secondo, Stephen Curry ha analizzato i punti deboli di Team Usa

di KEVIN BERTONI -
21 luglio 2024
Stephen Curry, playmaker team USA

Stephen Curry, playmaker team USA

Milano, 21 luglio 2024 – Manca ancora una settimana al debutto di Team Usa alle Olimpiadi di Parigi 2024, ovvero una delle migliori versioni (se non la più forte) mai assemblate dal Dream Team del 1992, ma le amichevoli pre olimpiche non hanno dato il riscontro sperato. 

La nazionale a stelle e strisce, grandissima favorita del torneo, ha faticato a Londra contro il Sud Sudan nel primo dei due test in programma (il secondo lunedì contro la Germania). LeBron e compagni hanno sofferto fino alla fine, tanto che a fine primo tempo il tabellino recitava un incredibile +16 a favore della squadra africana, che sarà avversaria degli americani anche nel girone di Parigi. Alla squadra di coach Kerr è servito un secondo tempo d'autore, con un super Anthony Davis sui due lati del campo e il solito LeBron James che, a otto secondi dalla fine, ha deciso la partita. Un 101-100 in favore degli americani che porta con sé tantissimi punti interrogativi. Primo fra tutti la tenuta difensiva, nonostante la scusante che si tratta pur sempre di una amichevole, la squadra di Kerr è apparsa troppo molle e Marial Shayok, Carlik Jones (autore di una tripla doppia) e compagni hanno banchettato per tutto il primo tempo. Il Sud Sudan, infatti, si è rivelato un avversario molto più ostico di Canada, Serbia e Australia, le squadre precedentemente affrontate, e si candida come una delle grandi sorprese delle Olimpiadi. Chi ancora non è entrato in ritmo è anche Joel Embiid, il lungo di Phila non è mai stato veramente in partita e, non a caso, Anthony Davis gli è preferito nelle rotazioni. Il nucleo della squadra, e dei quintetti iniziali, si costruisce attorno a LeBron James e Stephen Curry, ma ancora il coach dei Golden State Warriors non ha trovato i partner ideali per l'ala e il play. 

Al termine della partita, Stephen Curry non ha usato mezze misure, dicendo che: "Questa gara ci ha ricordato che non siamo imbattibili". Il nativo di Akron, proprio come LeBron, non vuole nascondersi dietro un dito: Team Usa è di gran lunga il roster più forte del torneo, davanti ad altre potenze come Canada, Francia e non solo, quello lanciato da Steph è più un segnale per sé e i compagni e non un monito a stampa e tifosi. Non a caso nella disamina della partita analizza tutti gli errori commessi: "Da questa partita abbiamo imparato che possiamo essere battuti se non giochiamo a modo nostro, e a modo nostro significa difendere. Non abbiamo difeso bene nel primo tempo e loro ne hanno approfittato: hanno messo tiri difficili e questo li ha caricati. Abbiamo anche imparato però che abbiamo una marcia in più degli altri e se riusciamo a trovarla possiamo schiacciare chiunque, non importa chi c’è dall’altra parte. Se non fosse vero, non avremmo vinto 37-18 il terzo quarto. Questa partita è stata uno splendido promemoria di entrambe le cose: non siamo invincibili e possiamo essere battuti se non difendiamo, ma anche sotto di 16 come stavolta abbiamo la capacità di rimontare". 

Lunedì sera ci sarà l'ultima sfida contro la Germania, poi via verso Parigi e lì vedremo se Team Usa sarà davvero imbattibile o meno. 

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