La dieta di Tamberi diventa un caso. Il medico: “Ha superato il limite”. E Gimbo si infuria

L’immunologo Minelli: “Componente grassa inferiore al 3,5%, impossibile non avere problemi”. La replica del campione: “È l’aumento di peso ad aumentare il rischio di coliche”

12 agosto 2024

Roma, 12 agosto 2024 – L'odissea delle condizioni di salute di Giammarco Tamberi alle Olimpiadi di Parigi, raccontata in maniera minuziosa sui social dallo stesso campione di salto in alto fino all'epilogo - il dolore atroce per i calcoli renali e la delusione della finale - ha messo in risalto i rischi a cui si sottopongono gli atleti nella preparazione di un appuntamento così importante.

Gianmarco Tamberi
Gianmarco Tamberi

In particolare è diventata un caso la dieta a cui si è sottoposto Gimbo in previsione di Parigi 2024. "Tamberi stesso ha tenuto a farci sapere che la componente grassa nella sua massa corporea complessiva era addirittura inferiore al 3,5%. Considerando che l'Acsm (American College of Sports Medicine) stabilisce in un intervallo tra il 10 e il 20% la percentuale di grassi ideali per il maschio e pur volendo considerare gli importanti obiettivi di ogni atleta che, in occasione delle competizioni, ovviamente punta al livello minimo di quel range, a fronte dei suddetti cambiamenti che stravolgono le funzioni biologiche basilari dell'uomo, non si possono non registrare spiacevoli controindicazioni". Così all'Adnkronos Salute l'immunologo Mauro Minelli, docente di dietetica e nutrizione all'Università Lum.

"Non è mai buona norma eccedere oltre il consentito. Ancor peggio quando si è coscienti di andare oltre i limiti del fisiologico. In uno studio pubblicato sull'International Journal of Sports Physiological Performance, una percentuale di grasso corporeo inferiore al 4,5% era stata dichiarata, sulla scorta di evidenze maturate sul campo, in grado di incidere negativamente sulle prestazioni fisiche e sulle perfomance funzionali del sistema immunitario - avverte Minelli -. A proposito di grasso corporeo, sarà sempre il caso di ricordare che, al di là della frazione 'di deposito' che può servire come 'massa di riserva', esiste una categoria di grassi non a caso chiamati essenziali in grado di assicurare il corretto svolgimento di processi metabolici, immunitari e di termoregolazione".

Nel caso Tamberi c'è una complicazione in più, "ancora una volta comunicata da Tamberi nei suoi interventi, del volersi alleggerire di oltre 5 chili di peso corporeo da lui stesso definito 'zavorra', attraverso una dieta 'tremenda e allucinante'. Pur non conoscendo nei dettagli il regime alimentare seguito dall'atleta - precisa l'immunologo - c'è da credere che il suo profilo dietetico sia stato pressoché impostato su matrice proteica, in totale assenza di grassi, con l'aggiunta di pratiche che possono aver favorito un progressivo processo di disidratazione. La concentrazione delle urine che a tutto questo è seguita, con conseguente cristallizzazione dei soluti litogeni, tra i quali gli urati la cui presenza viene evidentemente condizionata da diete iperproteiche, ha fatto il resto - conclude - pregiudicando gli esiti di una prova associata a un percorso che, come lo stesso Tamberi ha detto enunciandolo, 'in nessun modo va emulato' non solo nella sua esecuzione ma, probabilmente, nemmeno nella sua programmazione".

L’intervento dell’immunologo non è piaciuto a Tamberi. Su Instagram è secca la replica del campione di salto in alto: "Giusto per dare qualche informazione in più a chi scrive senza informarsi… È l’aumento di peso che porta a un maggiore rischio di coliche renali, non la perdita di peso".

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