Tennis. Se non ora quando? Quei talenti azzurri candidati a stupire

L'Italia si prepara a un'edizione delle Olimpiadi con grandi speranze nel tennis, grazie al talento di giovani come Jannik Sinner e Lorenzo Musetti, e alla determinazione di Jasmine Paolini. Dopo decenni di risultati positivi, l'obiettivo è conquistare nuove medaglie e continuare a stupire nel mondo dello sport.

23 luglio 2024

Gabriele

Tassi

Passa una burrasca fra l’isola del tennis e le Olimpiadi. Un rapporto complicato come un amore in cui ci si lascia, si fanno giri immensi e poi ci si riprende. Eh sì, pallina e racchetta non sono sempre state nel menù ufficiale dei Giochi, come la medaglia si è vista di rado – quasi mai – al collo di un tennista azzurro. Ci chiediamo ora: se fosse questa la volta buona? Sì, perché il tricolore ha smesso di frequentare la Serie B del tennis e si candida a vera sorpresa di questa edizione. Negli ultimi mesi abbiamo messo in bacheca una Coppa Davis dopo decenni, ritrovato – sempre quasi dopo mezzo secolo – la gioia di uno Slam e per la prima volta c’è un nostro ragazzo (a 22 anni) in cima alla classifica Atp. Tutto ha un unico comun denominatore: Jannik Sinner. Ma più che mai l’Italtennis ora si nutre di talento: ai giochi ci sarà anche un Lorenzo Musetti ritrovato, classe cristallina nel Dna e i colpi per battere i big. E della lottatrice Jasmine Paolini vogliamo parlarne? Ha il talento della caparbietà, della voglia di far fatica e lavorare. Qualità che l’hanno portata a due finali Slam di fila e alla quinta piazza mondiale. Poi i doppi: Paolini-Errani e Bolelli-Vavassori quelli rodati e che nel 2024 si sono pure giocati un Major oltre all’altra potenziale coppia-spettacolo Sinner Musetti. Gli ingredienti ci sono tutti per raccontare l’ennesima favola sportiva, ora che ci stiamo abituando così bene alla vittoria. Cento anni dopo l’ultima e unica medaglia ufficiale a Uberto De Morpurgo (quando Cané vinse il bronzo a Los Angeles ’84 il tennis era solo dimostrativo), ci ritroveremo sul podio? Verrebbe da dire: se non ora quando? Perché accontentarsi.

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