Vela, Tita-Banti a medaglia sicura: perché si chiama Nacra 17

La specialità nella quale il binomio azzurro cerca la conferma dell’oro nelle acqua di Marsiglia ha un nome curioso: vi spieghiamo di che cosa si tratta

di DALL’INVIATO DORIANO RABOTTI -
8 agosto 2024
Caterina Banti e Ruggero Tita

Caterina Banti e Ruggero Tita, da sinistra, in azione nelle acque di Marsiglia

Gli italiani diventano presto intenditori di qualsiasi cosa, quando un evento come le Olimpiadi porta alla ribalta sport poco noi, o rende popolari sigle delle quali nel 99% dei casi non si sa nulla. Al di là del meccanismo molto diffuso che porta interlocutori occasionali a vantare profonde conoscenze di specialità magari viste per la prima volta, se non addirittura parentele con gli inventori di una specialità, nel caso di Ruggero Tita e Caterina Banti la sigla ‘Nacra 17’, oltre a indicare il tipo di imbarcazione con cui si svolgono le gare, che cosa significa di preciso?

Andiamo con ordine. Per prima cosa, il Nacra 17 è un catamarano, ovvero un tipo di barca ‘multiscafo’, perché ha due scafi collegati tra di loro da una struttura che li collega, chiamata ponte. Il Nacra 17, a differenza di molte altre imbarcazioni con una storia a volte anche secolare, è relativamente giovane: è nato solo dodici anni fa con la precisa destinazione delle Olimpiadi. E’ un tipo di multiscafo costruito appositamente per gareggiare ai Giochi, la progettazione è iniziata nel 2011 e un anno dopo l’Isaf, la Federazione internazionale della vela, lo scelse come barca da utilizzare per gare con equipaggio misto durante le Olimpiadi: è stata presente a Rio, a Tokyo dove i nostri hanno vinto l’oro e c’è a Parigi (Marsiglia...) dove oggi l’ultima regata assegnerà la medaglia, che per gli italiani è già sicura, bisogna solo sceglierne il colore. 

Perché Nacra? E’ il nome dei cantieri in cui il catamarano è stato costruito, i Nacra Sailing. Perché 17? Può sembrare una battuta, ma il motivo è che sta tra il 16 e il 18. Lo spiegò Pete Melvin, uno dei progettisti: “La classe Formula 16 si trova nella parte inferiore della scala di peso dell'equipaggio prevista dall'ISAF (da 120 a 140 kg)”. Serviva un piano velico maggiore e più potente, ma “il peso tipico per gli equipaggi della classe Formula 18 va oltre al limite superiore di peso previsto dall'ISAF. Il Formula 18 è inoltre una barca abbastanza pesante per la sua lunghezza e potrebbe essere costruita più leggera, ma il volume degli scafi e la superficie sarebbero inutilmente grandi per una piattaforma F18 adatta alle specifiche olimpiche”.

Quindi fu creata dal nulla, ma all’interno di specifiche tecniche minime e massime che la rendessero adatta alle regate olimpiche e allo spettacolo che si intendeva offrire, la classe Nacra 17, che è lunga circa 17 piedi, più lunga dei Formula 16 di 25 centimetri (e più larga di 10), con un albero più alto, maggiore superficie velica e derive curve che permettono maggiori evoluzioni sull’acqua.

Quelle in cui Tita e Banti sono maestri.

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