Paralimpiadi: Zakia Khodadadi, in fuga dai talebani, è la prima medaglia del Team Rifugiati
Storico bronzo per la 25enne afghana nata senza un avambraccio: “Nel mio paese ho combattuto anni per dimostrare che non era una limitazione”
Parigi, 30 agosto 2024 – Le Paralimpiadi di Parigi 2024, già alla seconda giornata di finali, hanno fatto segnare un momento storico, con la prima medaglia vinta dal Team Rifugiati. È accaduto nel parataekwondo femminile (categoria 47 kg), con il bronzo ottenuto da Zakia Khodadadi, ragazza afghana, nata e vissuta fino al 2021 nella provincia di Herat, da dove venne evacuata tre anni fa dopo il ritorno al potere dei talebani.
Ventisei anni da compiere il prossimo 29 settembre, quello di Khodadadi è un nome non ignoto a chi segue le Paralimpiadi: tre anni fa, infatti, si era qualificata per prendere parte a quelle di Tokyo (e con lei anche lo sprinter Hossain Rasouli), ma proprio la presa del potere dei talebani, con la conseguente chiusura degli aeroporti, ne avevano in un primo momento impedito la partenza. Per alcuni giorni, il caso dei due atleti afghani – dei quali non si avevano più notizie – fece scalpore a livello internazionale. Ancora nascosta, con grande coraggio, chiese pubblicamente aiuto con un appello video e, a quel punto, si attivò un ponte internazionale, al quale presero parte Spagna, Francia e Australia, che le consentì di abbandonare il Paese e presentarsi, come Rasouli, alle Paralimpiadi giapponesi, dove peraltro fu la portabandiera afghana durante la cerimonia di chiusura.
Anche a causa della sua disabilità (è nata senza l’avambraccio sinistro), e non solo per questioni politiche ma culturali, fatte di discriminazioni, già da ragazzina Khodadadi – che oggi vive e si allena proprio a Parigi – aveva dovuto vivere una quotidianità molto difficile in Afghanistan, sino a pensare addirittura al suicidio ancora bambina. “Ho combattuto per anni per dimostrare che quella non fosse una limitazione”, ha detto in una recente intervista al sito ufficiale delle Paralimpiadi, e se in qualche modo era riuscita a uscire da quella situazione, nulla ha potuto contro le privazioni imposte dal regime talebano.
Ma questo, a Parigi 2024, le ha consentito di realizzare il sogno di una medaglia paralimpica, e di farlo entrando appunto nella storia avendo portato il primo alloro al Team Rifugiati. Lo scorso 9 agosto, anche alle Olimpiadi era arrivata la prima medaglia nella storia del Team Rifugiati: a ottenerla era stata ancora una volta una donna, la pugile Cindy Ngamba (bronzo nei pesi medi), camerunense fuggita dal proprio Paese, dove avrebbe rischiato l’arresto a causa della sua omosessualità. Oggi vive in Inghilterra.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su