Brignone senza confini, 27 volte leggenda. La corsa verso le Olimpiadi parte da Saalbach

Federica rischia di cadere, poi batte tutte le concorrenti: meglio di lei soltanto Tomba. La Coppa del mondo alla Gut-Behrami

di LEO TURRINI -
18 marzo 2024
Brignone senza confini, 27 volte leggenda. La corsa verso le Olimpiadi parte da Saalbach

Brignone senza confini, 27 volte leggenda. La corsa verso le Olimpiadi parte da Saalbach

Rapido promemoria a beneficio di Giovanni Malagò. Non spetta al presidente del CONI garantire che per la Olimpiade invernale italiana del 2026 sia pronta una pista di bob e slittino in quel di Cortina. Men che meno si possono imputare al numero uno dello sport azzurro le incertezze esistenziali di Arianna Fontana, l’eroina dello short track, in bilico (per tante ragioni) tra due passaporti, considerate le radici americane del coniuge allenatore.

Però, una cosa Malagò deve rendere certa al netto di qualunque dubbio: Federica Brignone sarà sulle piste innevate dei Giochi che stanno dietro l’angolo. E siccome non è mai troppo presto per sostenere una idea sacrosanta, ecco, sì, facciamo in modo che alla cerimonia inaugurale del 2026 sia proprio Federica a sventolare il tricolore.

Soprattutto, è indispensabile assicurare alla Causa, se così vogliamo chiamarla così, la presenza di Fede ai cancelletti di partenza delle gare olimpiche. Perché ci sono simboli che valgono più dell’ effimero.

Mi spiego. La signorina Brignone, con il successo ottenuto ieri in gigante a Saalbach, è salita a quota 27 vittorie in Coppa del Mondo. Nella storia italica, soltanto il mitico Alberto Tomba ha vinto di più sui pendii della Coppa del Mondo. E scusate se è poco.

Non solo.

Per un accidente del destino, inteso come tragedia collettiva, Federica Brignone non ha mai potuto celebrare l’impresa più grande della sua carriera. È l’unica donna d’Italia ad aver conquistato la Coppa del Mondo assoluta di sci alpino. Ma era marzo del 2020, il Covid ci aveva chiuso tutti in casa, purtroppo avevamo altro cui pensare.

Ecco, Fede: anche grazie a te, siamo ancora qua. Ad aspettare l’unica cosa che ancora ti manca nel palmares.

Un oro olimpico.

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