Goggia "Il mio segreto? I consigli di Vonn"

Sofia è atterrata in Italia dopo il successo di Beaver Creek al rientro dall’infortunio. "Ero bella, libera e serena. Ma per ora volo basso"

di GIULIANA LORENZO
17 dicembre 2024
Sofia Goggia raggiante a Beaver Creek alla gara del rientro dopo l’infortunio (foto FISI/Pentaphoto)

Sofia Goggia raggiante a Beaver Creek alla gara del rientro dopo l’infortunio (foto FISI/Pentaphoto)

Ogni volta che Sofia Goggia si trova al cancelletto di partenza lascia il passato alle spalle e mai come questa volta è stato così. "Non avevo mai ricevuto un’accoglienza mediatica del genere dopo una mia vittoria o una gara di Coppa del Mondo – dice la stessa azzurra atterrata in Italia, all’Aeroporto di Milano – Linate, dopo la lunga trasferta americana, culminata con il secondo posto in discesa e primo posto in SuperG a Beaver Creek – è stato un rientro con i fiocchi, meglio non potevo fare e sono molto contenta, ma sono contenta al di là dei risultati che sono stati eccelsi, di essermi presentata al cancelletto libera, serena, senza pensare minimamente al fatto di ritornare da un infortunio. Nel momento in cui mi sento bene fisicamente, sto bene nel cuore, nell’anima, nella testa e nelle mie emozioni".

Il ’coming back’ è stato in grande stile, anche se per il momento vuole mantenere un profilo basso e volare a meno quota di quello che fanno le aquile. La pista che ha fatto da scenario ai suoi podi è nota con il nome di Birds of Prey (letteralmente rapaci). E così quando le si chiede un termine per questa due giorni di gare risponde con gli occhi che le brillano e senza esitazioni: "Golden eagle: devo dire la verità, sapevo che sarei rientrata a Beaver Creek e ho sempre sognato di fare la foto con quel rapace a fine gara. Pensavo che solo il primo la potesse fare, invece no, valeva per tutto il podio, mi sono davvero spesso immaginata di essere in quello scatto in questo mese, quando ancora mettevo gli sci e le prime giornate facevo fatica, non ero fluida nei movimenti, ero parecchio arrugginita: è stato un bellissimo rientro".

Adesso, spera non si creino troppe aspettative: "Come ho detto in una conferenza stampa dieci giorni fa, arrivo un po’ da underdog, ovvero a fari spenti a queste gare e vorrei, nonostante questo inizio sfavillante, rimanere su quel mood perché penso che sia una scelta giusta, emotiva e anche forse la più proficua per le gare che verranno".

Negli USA, ha avuto pure una mano da una campionessa e amica, Lindsey Vonn. "In questi giorni ha fatto da apripista, io avevo il 13 e non essendo certa di trovare la tv in partenza, in riscaldamento, le ho detto ‘ma tu hai il telefono? Lei ha detto di sì e le ho chiesto se mi mandava qualche messaggio per spiegarmi la pista. Quando stava per partire la Pirovano, che aveva il numero uno, tutti guardavano lo schermo e io ero al telefono con le cuffie con lei: una atleta del suo calibro ti dà dei consigli e sai che ti puoi fidare ciecamente". Infine, scherzando dice di aver odiato il comunicato stampa che dava notizia del suo infortunio di febbraio in cui si diceva che si sarebbe rialzata. "Mi sono ricreduta è successo: io cerco di dare il mio meglio tutti i giorni, magari alcuni giorni riesco ad esprimermi meglio rispetto ad altri, perché non tutti i giorni siamo sempre gli stessi anche a livello di energie. Quindi cerco di dare quello che ho a disposizione ogni giornata".

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