A Melbourne ’Little Italy’ sogna in grande. Bolelli-Vavassori in finale, ora tocca a Sinner
Un anno dopo i doppisti ci riprovano: "Ora arriviamo più pronti". Jannik, test Shelton (9,30) per centrare l’ultimo atto degli Australian Open

Un anno dopo i doppisti ci riprovano: "Ora arriviamo più pronti". Jannik, test Shelton (9,30) per centrare l’ultimo atto degli Australian Open
C’è una piccola Italia nell’Altro mondo con almeno 280mila motivi per tifare Sinner e la favolosa coppia di doppio Bolelli-Vavassori. Tanti sono i discendenti di italiani che hanno trovato casa a Melbourne, la città dello Slam che si distingue nel mondo con la grande concentrazione di ristoranti tircolore. Ci risiamo, da un anno a questa parte si tifa sempre più azzurro e si parla sempre più spesso di lasagne, carbonara e tortellini. Bole e Wave – tanto per restare in tema – sono già al bis, con la voglia di andare oltre. Sì, proprio come nel 2024 hanno centrato la loro finale agli Australian Open, battendo con una rimonta favolosa Goransson e Verbeek 2-6, 6-3, 6-4. Jannik ci prova oggi alle 9,30 italiane contro Ben Shelton (diretta tv su Sky e su Dazn).
La terra dei canguri sembra portare bene ai nostri colori. I primi quarti Slam di Sonego, ora Bole e Wave che si ripetono, e un Sinner fisicamente ritrovato dopo il malessere che lo ha colpito durante la sfida con Rune. Il doppio magico ha già detto qualche giorno fa di voler imitare il 23enne di Sesto Pusteria e prendersi la vetta della classifica Atp (di coppia). Per loro è la terza finale Slam, con la coppa major solo sfiorata: "Lo scorso anno si trattava di una finale totalmente inaspettata. Eravamo 50 del mondo e avevamo rischiato di uscire subito dal torneo. Fu molto emozionante e non abbiamo saputo gestire al meglio le difficoltà avute nella gestione dell’attesa. Questa volta di sicuro ci faremo trovare più pronti". Ad aspettarli domani c’è la coppia numero 6 del seeding Heliovaara-Patten. Intanto anche Jannik dimostra di non voler lasciare nulla al caso. Allenamenti indoor per testare un’eventuale chiusura del tetto (a Melbourne il meteo fa le bizze) ma soprattuto un compagno di scambi scelto ad hoc. L’azzurro – messo alle spalle il virus che gli ha causato mal di testa e problemi di stomaco – è sceso in campo con Alex Bolt, 32enne australiano uscito al primo turno a Melbourne ma soprattutto un mancino come lo statunitense, per testare traitettorie strette e servizi con rotazioni anomale. La cultura del lavoro di Sinner sfida il caos imprevedibile di Shelton, e, anche se le quote per una vittoria del campione Slam sono praticamente rasoterra è un match dall’esito non così scontato, proprio per i picchi di gioco che è in grado di produrre l’americanino terribile.
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