A Musetti non riesce la magia. Nole torna alieno e vola in finale: "Wimbledon è ancora il mio sogno»
In campo il miglior Djokovic della stagione. Lorenzo, sconfitto in 3 set, esce comunque a testa alta. Ora il serbo punta al 25° titolo dello Slam per diventare il tennista con più trofei Major di sempre.
Forse nemmeno a Wimbledon c’è più spazio per la vecchia scuola. Non riesce la magia a Lorenzo Musetti, l’esteta del tennis italiano glorificato ieri pure da Boris Becker. "Anche io giocavo così, lui è diverso dagli altri, è molto old school", ma contro un Djokovic alieno non bastano nemmeno i complimenti del più giovane vincitore di Wimbledon di sempre. Così dopo aver battuto Berrettini in finale nel 2021, Sinner l’anno scorso in ’semi’, il serbo spezza il sogno pure del braccio d’oro di Carrara con un 6-4, 7-6, 6-4.
Musetti esce fra gli applausi, a mancare è il killer-instinct nei passaggi importanti. I break arrivano grazie a una nuova aggressività del toscano sull’erba, un toccasana verde capace di esaltare la classe di Lorenzo, ma il serbo riesce sempre a riprendersi il maltolto. Djokovic non è il migliore di sempre ma senza dubbio "ha giocato la migliore partita dell’anno", come conferma, sempre Bum Bum Becker, ai microfoni di Sky. La ripresa è evidente dopo l’operazione al ginocchio fasciato dall’evidente tutore di colore grigio. Sicuri i movimenti di Nole, tempestato di palle corte da parte di Musetti.
Non mancano le chance per l’azzurro però, che più volte si affaccia a palla break e una volta per set riesce pure a strappare il servizio all’avversario.
Il rovescio a una mano di Lorenzo pare una pennellata di colore sul centrale. Slice e dritti lungolinea costringono il serbo a un grande lavoro di gambe. I margini di miglioramento ci sono ancora, per forza in un ragazzo di 22 anni che punta alla cima dell’Olimpo tennistico. Uno su tutti il servizio. Ancora troppo debole la seconda palla davanti a un ribattitore eccezionale come Nole. Il serbo mette i piedi dentro al campo e attacca, portandosi a casa il più delle volte i punti importanti della partita.
Dopo il match point Nole suona il violino, incassa qualche ’buu’ immeritato ancora una volta, ma in pochi sanno che è una dedica alla figlia più piccola, che sta imparando lo strumento.
La motivazione cresce e la vittoria arriva anche grazie ai colpi di reni d’orgoglio alla ricerca di quel 25° Slam, per allungare il suo record e staccare anche Margaret Court nel gota dei multivincitori dei Major. Djokovic conquista così la trentasettesima finale Slam, la decima a Londra e la prima di quest’anno. "Nei miei sogni di bambino in Serbia, a 7 anni, con le bombe che mi volavano sulla testa, sognavo di essere sul campo da tennis più importante, qui a Wimbledon", si commuove parlandone.
Domani (non prima delle 15) andrà a caccia dell’ottavo titolo contro Carlos Alcaraz in un remake della finale dello scorso anno, un appuntamento al quale il serbo arriverà più affamato che mai, considerando che è ancora a secco di titoli da inizio anno. Un lupo affamato a caccia.
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