Berrettini 2, il ritorno: ora può davvero tutto

Matteo stende Halys a Gstaad, secondo titolo in stagione e rientro nella top 50. Finale amara per Nadal a Bastad, trionfa Borges

di PAOLO GRILLI -
22 luglio 2024
Berrettini 2, il ritorno: ora può davvero tutto

Berrettini 2, il ritorno: ora può davvero tutto

Superato il dio greco Tsitsipas in semifinale, per Matteo Berrettini mancava davvero poco per ritrovare quel sorriso che solo un titolo può dare. Missione compiuta. A Gstaad, con l’aria buona di montagna che innesca sempre ottimi ricordi – qui vinse nel 2018, primo torneo Atp conquistato in carriera, e fu finalista nel 2022 – ’The Hammer’ non lascia scampo al francese Quentin Halys, numero 192 del mondo piegato 6-3 6-1 in nemmeno un’ora, senza tenere conto dell’interruzione per pioggia.

Lui Matteo, prosegue una scalata che profuma di rinascita, e il titolo in svizzera vale il ritorno nella top 50 mondiale. E non ci si ferma qui.

"All’inizio della stagione abbiamo deciso che non avremmo pensato al mio ranking perché avevamo tanti dubbi, intanto sulla risposta del mio corpo – dice il 28enne gigante romano –. La cosa più importante è che sto bene e che gioco bene. Se queste due cose succedono, posso fare bene. Voglio far bene agli Us Open e in tutta l’estate americana. Un buon obiettivo può essere arrivare tra i primi 30 per l’Australian Open".

Matteo rivede la luce, il bis stagionale dopo aver già conquistato un trofeo a Marrakech porta a nove il computo dei titoli in carriera. C’è Sinner, là davanti, pure Musetti. Ma il gusto di ritrovarsi è impagabile. All’Olimpiade non ci sarà, ma poi tutto può ricominciare nel verso giusto. In stagione sono 16 vittorie e cinque sconfitte, tre le finali raggiunte in sette tornei: uno score che indica una gran bella tendenza.

Non è andata bene ieri in finale per Rafael Nadal, che dopo l’epica semifinale a Bastad, in Svezia, vinta contro Navone (seconda partita più lunga di sempre ai due set su tre, quattro ore e un minuto), cede 3-6, 2-6 al portoghese Nuno Borges, n. 51 Atp. Rafa paga sicuramente una condizione fisica non ottimale, rimanda la vittoria di un titolo che manca ormai da più di due anni (il Roland Garros 2022 resta l’ultimo di una incredibile carriera, il 92esimo in totale), ma in fondo l’essere arrivato a un passo dal titolo in Svezia conferma quanto le sue ambizioni al massimo livello non debbano essere ammainate. Il maiorchino, nel dopo partita, dichiara di non escludere la propria partecipazione anche l’anno prossimo.

Rafa punta Parigi, la ’sua’ Parigi, anche se nella versione a cinque cerchi. Lui vinse l’oro olimpico a Londra 2008, la terra, per definizione è sempre di conquista. L’idea di eguagliare Andy Murray, trionfatore a Londra 2012 e Rio 2016, è troppo ghiotta.

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