Berrettini riaccende i sogni azzurri. E’ l’anno giusto per tornare grandi. Abbraccio con Sinner a Melbourne
TENNIS di Gabriele Tassi Il coraggio oltre la gloria. Chissà cosa si saranno detti Jannik e Matteo in quel lungo...
Il coraggio oltre la gloria. Chissà cosa si saranno detti Jannik e Matteo in quel lungo abbraccio intrecciato sul cemento australiano. Due azzurri con tanto da dimostrare: Sinner, Coppa Davis in tasca e finale al ’Masters’, tutti da lui si aspettano un trofeo slam. Berrettini, sfortunato gigante, che pian piano sta piombando nelle viscere del ranking a causa di quel maledetto infortunio partito a New York. Una caviglia dolorante e cinque mesi di stop, risultato? E’ uscito per la prima volta dopo sei anni dalla top 100. Tutto meno questo ci si aspettava da una delle più fulgide promesse azzurre, ’the Hammer’, il martello, come lo avevano soprannominato i tifosi per via di servizio e dritto esplosivi.
Matteo ha vissuto sì un calo di rendimento, tanti hanno tirato in mezzo ingiustamente la relazione con Melissa Satta (che ieri lo ha immortalato durante gli allenamenti). Poi ha lasciato lo storico coach Sntopadre, con il quale ha toccato pure la finale a Wimbledon. Il cuore – tra le lacrime –, non è mai mancato. Ha fatto di tutto per tornare il prima possibile, ha seguito gli azzurri nel cammino verso la vittoria della Davis, con le mani che gli prudevano per la smania di giocare, supportandoli con consigli e incitazioni. Questo è un buon motivo per credere in Berretto: superato il dolore al piede patito sotto Natale, borsa in spalla è arrivato a Melbourne e si è allenato con uno ’sparring’ d’eccellenza, Stefanos Tsitsipas. "Sempre un piacere", ha scritto Matteo sotto la canonica storia Instagram dopo gli scambi con il tennista greco. Lui che prolungando lo stop solo di un altro mese avrebbe potuto accedere ai benefici del ranking protetto. Ma la voglia di tornare a sparar dritti è troppo forte.
Grinta, coraggio, voglia di rivincita: gli ingredienti ci sono tutti per tornare a far sorridere il popolo azzurro, ormai assuefatto alla gloria tennistica dopo la Coppa Davis. Anche perché i cavalli buoni su cui puntare non mancano, a cominciare da Sinner. Jannik vive uno straordinario momento: dopo aver trovato la quadra con i nuovi coach Vagnozzi e Cahill e agguantata la quarta posizione Atp, ora va a caccia del sogno Slam. E verso gli Australian Open ci va con la sicurezza della testa di serie. Potrà incontrare uno tra Novak Djokovic (1) e Carlos Alcaraz (2) soltanto in semifinale, e Daniil Medvedev (3) soltanto in finale. Le insidie dei quarti si chiamano Rublev, Zverev, Tsitsipas e Rune. Le speranze tricolori sono affidate anche a Matteo Arnaldi (da ieri n°41 Atp) e Lorenzo Sonego.
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