Perché Novak Djokovic è il più grande tennista della storia

Con il trionfo agli Us Open ha messo in bacheca il 24esimo Slam: nessuno come lui. Il campione serbo è leggenda e ha superato anche Federer e Nadal

di PAOLO FRANCI -
11 settembre 2023
Novak Djokovic con il trofeo degli Us Open

Novak Djokovic con il trofeo degli Us Open

New York, 11 settembre 2023 – Lo so. So perfettamente che adesso scatenerò le ire dei Rogeristi professionisti e del Rafaelisti in servizio permanente. E so cosa significa dover ammettere ciò che ormai è chiaro a tutti e cioè che Novak Djokovic è il più grande tennista della storia della racchetta.

Certo, il cachemire di Roger Federer resta unico e inimitabile, cucito con il filo dell'eleganza e di una nobiltà tecnica e di movimento che lo ha reso atleta non replicabile. Certo, l'impeto atletico, la forza e il rave-tennis – inteso come ritmo – di Rafa Nadal dal punto di vista del teorema evolutivo hanno rappresentato il prototipo del tennista del futuro fino ai giorni nostri, con gli esempi di Carlos Alcaraz, Rune, lo stesso Sinner. Versioni tennistiche differenti, queste, di uno stesso gene tennistico, basato sul ritmo, la forza fisica e l'inevitabile talento.

In mezzo a questi due, il pezzo unico svizzero e il prototipo spagnolo, s'è ritrovato a vivere anni da terzo incomodo – più che altro nella retorica tifosa perché i risultati parlano chiaro – Nole Djokovic. Reo di essersi conficcato, racchetta in mano, tra due popoli adoranti e per questo additato con severità a ogni stonatura extra campo. A maggior ragione se riflessa nella compostezza perfetta di Federer e nel politically correct impeccabile di Rafa.

Non è un caso che il soprannome di Djokovic sia 'The Djoker', perfetto per lui come sa esserlo il suo tennis. Le sue imitazioni di Rafa e della Sharapova, il suo mettersi in contromano che così caro gli è costato nei giorni bui del Covid, gli scivoloni e le gag irresistibili, quella capacità unica di divertire e divertirsi prima, durante e dopo una partita hanno un solo comune denominatore: sono spiazzanti. Come lo sono quei 24 Slam che suonano come un beffardo dito al naso. Avete presente no? Quando si mima il gesto di fare silenzio.? Non si sa mai se sta prendendoti in giro, Nole, o se fa sul serio. Quando ha battuto il giovinotto americano Ben Shelton, spocchiosetto come lo sono le ultime generazioni del tennis – che poi perché dovrebbero avere atteggiamenti diversi dalla strafottenza delle più acerbe generazioni social? - è sembrato volesse irriderlo, mimando il gesto del telefono (chiudere la conversazione) che il talento Usa ha sfoggiato nella sua straordinaria corsa agli Us Open. Cioè, noi siamo sicuri che lo abbia preso in giro. Perché il ragazzino era stato un po' troppo esuberante nel corso del match. Poi però, Nole è andato in conferenza stampa e ha detto, col sorriso beffardo: “Adoro la celebrazione di Ben. Ho pensato che fosse molto originale. L'ho copiato. Ho rubato la sua celebrazione”.

Diavolo di un Nole! Ecco, ora vai a capire dove sia la verità. Il punto è che lui ti spiazza dentro e fuori dal campo e chissà per quanto continuerà a farlo. E piaccia o no, è il più grande di tutti. Roger e Rafa compresi.

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