Errani non aveva finito. Leggenda a tutto cuore
Stagione da urlo per Sarita, protagonista in BJK Cup quest’anno come nel 2013. La medaglia olimpica e la vittoria Slam: è iniziata una seconda giovinezza. .
"Se posso aiutare le ragazze un minimo lo faccio", così parlò la ragazza d’oro, la donna che non aveva ancora finito. Non ha mai smesso di essere umile la formichina Sara, la logoratrice di grandi, la protagonista del tennis italiano che ha conosciuto la gioia e l’abisso e poi ancora la gioia, a 37 anni. Perché la vita del tennista può colpire duro come un peso massimo. Tanti avevano provato a dimenticarsela in quel buco nero della vita dopo il caso dei tortellini involontariamente contaminati da una sostanza dopante. Troppo facile girar la testa quando una ragazza che in una stellare carriera di doppio ha vinto praticamente tutto (sei gli Slam conquistati assieme a Roberta Vinci, e uno nel misto, proprio quest’anno a New York) sprofonda in classifica. Ma a lei non importa, perché l’amore per il tennis è troppo. La ragazza che sa soffrire risale dagli inferi, gioca per anni tornei minori e si ripresenta al 2024 con la voglia di prendersi la gloria.
Eccoci qui, non è mai finita: medaglia d’oro olimpica con Jasmine Paolini, Slam e Billie Jean King Cup. Perché come dice il suo storico coach Pablo Lozano (vent’anni assieme) "Sara è una questione di fede". Sì, ora è anche troppo facile ricordarsela: ma quegli occhi azzurri di sincerità e di amore per la maglia sono una calamita per chi ama le favole sportive. Lei è una campionessa del lavoro e del sacrificio. L’abbiamo spesso chiamata ’bonsai di grinta’ perché con quella è arrivata oltre la galassia e i limiti che un fisico minuto le ha imposto. Quel servizio, quel maledetto servizio, per anni ci ha lavorato. Per anni ne è rimasta prigioniera, ora, a 37 anni, ne ha fatto un’arma contro avversarie abituate a un tennis fatto solo di bordate. Batte da sotto alle Olimpiadi, batte da sotto in semifinale alla Billie Jean King Cup. E vince il punto. Aveva ragione lei.
Perché Sara è un’ode all’intelligenza tennistica. "E’ tanto più brillante di tutte le sue colleghe", ha detto più volte l’altro compagno fantastico di quest’anno, Andrea Vavassori. Assieme hanno portato in Italia per primi uno Slam nel doppio misto tutto azzurro. Questo il colore che tiene legata assieme con un filo fortissimo tutta la carriera di Errani. Mai tirarsi indietro quando la Nazionale chiama, e dal 2013 ne è sempre stata la trascinatrice.
g. t.
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