Il derby dell’orgoglio azzurro. Wimbledon, è Sinner-Berrettini. Il numero 1 punta dritto al titolo. Matteo, il ritorno del re dell’erba
Jannik batte Hanfmann in quattro set all’esordio: nel terzo il tedesco si esalta, ma poi torna a subire. Il romano regola Fucsovics: dal 2020 nessuno ha vinto più partite di lui al mondo su questa superficie.
Jannik che inizia col piglio del numero 1, con la solita pazzesca solidità al servizio, e due set che scivolano via bene, se non benissimo. Come dimostrato anche dalle cinque palle break annullate nel secondo. Ma poi ecco che Hanfmann, colosso tedesco 32enne numero 86 Atp, fa il Sinner nel terzo. Lui si chiama Yannick, avrà preso ispirazione anche da questo. A Wimbledon, sul centrale, la partita sembra cambiare. Il ’carneade’ gioca divinamente, con un ritmo elevatissimo e riuscendo a rispondere quasi sempre. Con due break si invola e si prende il set. Nel quarto, il nostro Jannik torna il campionissimo che è e scaccia via i dubbi. Finisce 6-3 6-4 3-6 6-3 per il re azzurro. E sarà derby con Berrettini al secondo turno. Spettacolo, condito dal rimpianto di sapere che uno dei due lascerà il torneo.
La sua fama sconfinata in soprannome di ’The Hammer’, ’Il Martello’, se l’è costruita soprattutto a Wimbledon. E sull’erba: superficie su cui, dati alla mano, è il giocatore che ha vinto più partite dal 2020, ben 29 in tutti i tornei. Riecco Matteo, con brivido: perché l’esordio vincente contro l’ungherese Marton Fucsovics, per 7-6, 6-2, 3-6, 6-1 ieri al primo turno, è stato condito anche da un medical stop in cui il gigante romano si è fatto ricalibrare i muscoli della schiena. Tutto risolto, e Matteo si è poi involato conquistando nettamente l’ultimo parziale. All’All England Lawn Tennis and Croquet Club di Londra, Berrettini respira un po’ l’aria di casa. La sua finale raggiunta nel 2021, e poi persa contro Djokovic, ha fatto storia. Ed è davvero inutile, oltre che dannoso, pensare a quali traguardi avrebbe potuto ambire Matteo se non fosse incorso poi in tutti quegli infortuni.
Buona la prima sui prati di Wimbledon per Carlos Alcaraz, il grande favorito – secondo i bookmakers locali – dell’edizione n.137 dei Championships: a 12 mesi dal suo primo trionfo londinese, il campione spagnolo conferma fin dal primo turno il suo feeling speciale sull’erba dell’All England Club, superando senza esitazioni – "una partita solida", come l’ha definita l’interessato – l’estone Mark Lajal. Dopo un primo set equilibrato, vinto solo al tie-break, Alcaraz appare sempre più a suo agio sul Centre Court, finendo per staccare il biglietto del secondo turno in meno di due ore (7-6(3), 7-5, 6-2). "È difficile iniziare il torneo – dice lo spagnolo – e abituarsi subito alle condizioni del campo. Mi diverto ogni volta che gioco sull’erba, mi è sempre piaciuto giocare qui, andare a rete, attaccare".
Fabio Fognini torna a vincere un match a Wimbledon dopo tre anni. Il ligure, alla 14esima partecipazione ai Championships, ha battuto all’esordio il lucky loser francese Luca Van Assche, n. 104 al mondo, con un netto 6-1, 6-3, 7-5 in due ore e quattro minuti di gioco. Un esordio da incorniciare per Fognini che ha giocato una partita praticamente perfetta (42 vincenti a referto), accusando un piccolo calo soltanto nel finale del terzo set.
Fognini non vinceva un incontro a Wimbledon dal 30 giugno 2021, quando batté in tre set il serbo Laslo Djere al 2° turno. Al secondo turno affronterà il norvegese Casper Ruud, n. 8 al mondo. Debutto positivo anche per Lorenzo Sonego. Il tennista torinese, 29enne, numero 54 del mondo, ha battuto l’argentino Mariano Navone, 32 del ranking internazionale e 31esimo favorito del seeding, col punteggio di 6-4 7-6 (2) 6-4. Al secondo turno Sonego sfiderà lo spagnolo Roberto Bautista Agut.
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