Jannik il mago lascia Medvedev senza parole. Finale a Miami, vincere vale il numero due
Annientato il russo che qui lo aveva battuto lo scorso anno. Si rivede il ’vecchio’ Sinner: fa il doppio di punti del suo avversario .
Un anno dopo siamo ancora tutti qui, senza parole. A una manciata di fusi di distanza dall’Italia Jannik Sinner ha rigiocato e vinto uno dei giri di boa della sua già scintillante carriera. Netto il 6-1, 6-2 a Daniil Medvedev che proprio a Miami, un anno fa si era liberato del nostro rosso in due set. Da lì però è iniziata la rivoluzione Jannik, profonda nel carattere e nel gioco dopo il chiacchierato cambio di coach e l’arrivo della premiata ditta Vagnozzi-Cahill e il giorno di Pasqua si gioca la seconda piazza mondiale. E’ già una super sfida del 2024 quella fra l’azzurro eroe Davis e Daniil il terribile, già regolato in 5 set nel giorno del trionfo Slam.
Partite che hanno dimostrato come la distanza fra il numero 3 e il 4 del mondo fosse davvero minima, giocata sul filo dei dettagli, cosa che a dire il vero, ieri sera è stata oscurata dalla superiorità dell’altoatesino. Della serie che i match si preparano studiando le contromisure per arginare al meglio l’avversario. Così Daniil si avvicina al campo dal lancio di palla di Jannik: sulla prima non può nulla, ma la seconda diventa ben attaccabile. Ma il tennista di San Candido è pronto: nel pomeriggio ha lavorato sulle aperture di campo e le traiettorie strette. E’ con un dritto incrociato quasi contro la fisica che strappa subito la battuta al russo alla terza palla break disponibile "partire bene era importante", dirà dopo il match ai microfoni Sky. In un attimo si fa 3-0 per l’azzurro, anche se il 28enne di Mosca è agguerritissimo e si incolla alla riga di fondo, conquistandosi a suon di traccianti due palle per recuperare il gap che però Jannik annulla senza troppe difficoltà mentre i ‘carota boys’ sugli spalti e in tutto il mondo tirano un sospiro di sollievo. Una mano arriva dagli errori di Medvedev, che dopo aver mancato il controbreak perde nuovamente il servizio e fa prendere il largo a Sinner, sotto gli occhi della leggenda Serena Williams, vincitrice 8 volte a Miami. Il primo è un set a senso unico, con il 6-1 si rivede lo Jannik cannibale un po’ mancato in questa parentesi americana: funziona tutto e a Daniil non va nulla. Il servizio viaggia su percentuali altissime e i colpi da fondo sono pesanti e penetranti, mentre fra un cambio campo e l’altro va in scena il rituale della racchetta posata sul ventilatore a terra "per asciugare il manico", come aveva spiegato lo stesso azzurro in conferenza stampa.
Troppo bello per essere vero? L’inizio del secondo parziale si conferma traumatico per Medvedev, che viene subito breakkato. Il russo comincia a provare un po’ tutte: si allontana dal campo e comincia a rispondere 4 metri indietro, ogni tanto ha qualche blackout al servizio. Solo 2 nastri che trattengono altrettanti passanti negano il 3-0 pesante al rosso di Sesto Pusteria. Dopo 51 minuti dall’inizio minuti è ancora tempo di break, l’azzurro sale 4-1 con il campo che sembra farsi sempre più piccolo per un incredulo moscovita, che guarda il suo angolo sconsolato. Spinge, lotta, sbaglia, mentre Sinner sembra appoggiare la palla negli angolini con la mano. C’è il sussulto del campione, che riacciuffa per i capelli un altro game. Poi però per l’azzurro è una pura formalità chiudere sul suo servizio.
La vendetta è servita con quasi il doppio dei punti, la finale pure. L’avversario di domani? Il vincente fra Zverev e Dimitrov (andato in scena nella notte), per tentare il definitivo assalto al numero 2 di Sinner, un anno dopo quella rivoluzione che lo ha reso grande. E Jannik? Per me conta più fare una grande partita che i numeri".
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