La Wada riaccusa Sinner, nuova favola Bellucci

Il presidente Banka: "Doping non volontario, ma atleti responsabili degli staff". Mattia piega Tsitsipas, ora De Minaur in semifinale a Rotterdam

di PAOLO GRILLI
8 febbraio 2025
Jannik Sinner, 23 anni, numero uno al mondo. Nel tondo, Witold Banka, presidente della Wada. A sinistra in alto, Mattia Bellucci (23): è in semifinale a Rotterdam

Jannik Sinner, 23 anni, numero uno al mondo. Nel tondo, Witold Banka, presidente della Wada. A sinistra in alto, Mattia Bellucci (23): è in semifinale a Rotterdam

La Wada non arretra di un millimetro. E con questo accetta di tuffarsi in un paradosso, visto che il suo presidente, il polacco Witold Banka, non ritiene che Jannik Sinner "abbia assunto deliberatamente sostanze dopanti": nonostante ciò, l’azzurro numero 1 al mondo è chiamato, per l’agenzia mondiale, a essere responsabile del proprio staff e proprio per questo meritevole di squalifica.

L’intervista di Banka al quotidiano ‘Rzeczpospolitej’, se ce ne fosse bisogno, riaccende il senso di illogicità per il caso che coinvolge il campione azzurro. Il fatto che la contaminazione da Clostebol fosse stata accidentale, dovuta al contatto con la mano del fisioterapista Giacomo Naldi nel corso del torneo di Indian Wells l’anno scorso, era già stato acclarato dall’International Tennis Integrity. Ma la Wada, come noto, ha presentato ricorso e sarà discusso al Tas di Losanna il 16 e 17 aprile.

"Un atleta professionista è responsabile anche delle azioni del suo staff e questa è la quintessenza dell’antidoping", ribadisce Banka. Qualche settimana fa la stessa Wada ha scelto però di non ricorrere contro la sospensione di un mese patteggiata da Iga Swiatek per la positività dello scorso agosto alla trimetazidina. "Si tratta di due casi completamente diversi, che non possono essere paragonati – ha ribattuto Banka –. Sia le sostanze, sia le circostanze sono diverse. Abbiamo preso le nostre decisioni dopo aver chiesto il parere di un esperto esterno e la Wada ha seguito la stessa procedura di qualsiasi altro caso disciplinare. Una traccia di trimetazidina in un medicinale contenente melatonina, come nel caso di Swiatek, è una cosa – sostiene il presidente della Wada – mentre lo steroide contenuto nell’unguento utilizzato dal suo più stretto collaboratore è qualcosa di completamente diverso".

Banka parla poi di un fattore determinante nella lotta antidoping, quello delle soglie minime di sostanze riscontrare nei campioni. "Oggi – dice – rileviamo anche tracce di sostanze che non influenzano i risultati ma ci troviamo di fronte a un dilemma serio, ovvero se l’innalzamento delle soglie non aprirà le porte al microdosaggio".

L’Italtennis, ieri, si è presa copmunque un’altra soddisfazione. Il protagonista di un venerdì da leoni è uno dei meno attesi degli ultimi grandi tempi del nostro movimento, Mattia Bellucci. Il 23enne di Busto Arsizio, numero 92 al mondo, dopo Medvedev ha piegato nell’Atp 500 di Rotterdam niente meno che Stefanos Tsitsipas, greco al dodicesimo posto del del ranking ed ex numero tre: impresa che ora lo consegna alla semifinale contro l’australiano De Minaur (oggi alle 15).

Una gara dominata, quella di ieri: 6-4, 6-2 il punteggio a favore di Mattia, coetaneo di Sinner e capace anche di batterlo in un paio di occasioni una mezza vita fa, nel 2011 e nel 2014 quando erano ragazzini. Al mancino lombardo non manca certo l’estro, e le sue qualità erano conosciute da tempo. All’ultimo Roland Garros aveva portato Tiafoe al quinto, lo stesso era riuscito a fare a Wimbledon con Shelton. Semplicemente, Bellucci rischiava solo di ’scomparire’ dietro gli altri grandi azzurri. Ma ora sembra aver messo la freccia.

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