Matteo Berrettini pronto al ritorno a Phoenix: “Ho sofferto perché non potevo giocare. Jannik? Una molla per tornare lassù”

L’azzurro ex numero 6 Atp racconta i mesi difficili dopo l’infortunio: “Non avevo più forza per ripartire, ma ora sto meglio”

di GABRIELE TASSI -
20 febbraio 2024
Matteo Berrettini, 27 anni, è stato numero 6 Atp

Matteo Berrettini, 27 anni, è stato numero 6 Atp

Roma, 20 febbraio 2024 – Dal 31 agosto giorni e mesi parevano non passare più. “Non riuscivo a fare quello che amo, giocare e competere. E non riuscivo nemmeno ad accettarlo”. Matteo Berrettini si lascia le tenebre dell’infortunio alle spalle e prepara il giorno della resurrezione tennistica: “Phoenix e poi Miami”. A Indian Wells dice che non ci sarà ma ciò che conta ora per il 27enne romano è ritrovare sui campi da tennis la serenità perduta con la voglia di tornare lassù con Sinner e... magari intavolare una sfida tra campioni sotto la stessa bandiera.

Berrettini come sta ora?

“Vengo da mesi complicati, mi sento veramente di ringraziare tutti per la pazienza che hanno avuto nel sopportare il mio silenzio. Un silenzio che tradiva un momento difficile, ora sento di averlo superato e tornare sul Tour”.

In Australia sembrava fatta, poi il ritiro improvviso. Questi mesi di assenza hanno a che fare più con il corpo o con la mente?

“No è partito tutto dal corpo e dall’infortunio. La testa negli anni mi ha sempre ha aiutato, ma questa volta mi è sembrato di non avere più energie psicologiche per riuscire a tornare più forte di prima. Ero entrato in una fase di stallo da cui non riuscivo più a uscire”.

Cosa prova vedendo Sinner vincere e giocare così bene? E' una molla per tornare presto e duellare, magari con lui?

“Come sempre provo grandissima stima per Jannik, la prima volta che ci ho giocato a Montecarlo e lì ho capito subito che era speciale. Poi, essere accanto a lui durante la Coppa Davis mi ha aiutato, sto cercando di prendere qualcosa da lui. Vedere un italiano lassù mi fa venire voglia di tornare al top”.

Come sei uscito dal periodo brutto? Qual è il tuo sogno ora?

“Sicuramente l'infortunio agli Us Open e poi i mesi successivi. Uscivo di casa praticamente di forza, poi sono ripartito dalle basi: perché gioco, perché mi piace sfidare i limiti, giorno per giorno ho messo ordine nella mia vita sportiva. La voglia di alzare un grande trofeo c’è sempre e mi manca troppo il torneo di Roma, che non vedo da due anni”

E l’addio con Santopadre?

“Se ti separi da una persona con cui sei stato 15 anni vuol dire che serve un cambio di rotta”.

In questo turno e nei prossimi tornei i sarà Melissa? State ancora insieme?

Non stiamo più insieme. Quello che posso dire è che abbiamo avuto un rapporto bellissimo, intenso, stima profonda l'uno dell'altro. Insieme abbiamo vissuto molto intensamente tutte le difficoltà del caso sia fuori che dentro dal campo”.

Torniamo allo sport, quanto pensa di essere distante ora dal Berrettini numero 6 del mondo?

“Un giocatore arrivato al numero 6 credo lo resti per tutta la vita, ma ci si arriva con 25 tornei giocati e un grande lavoro. Ora sento potenziale per tornare a quel livello lì. Non mi interessa ranking, voglio essere competitivo e giocare con i migliori”.

La sua cavalcata 2024 riparte da Phoenix il 13 marzo, che dubbi ancora? Se potesse portare con sé un colpo di Jannik quale sarebbe?

“Dubbio? Magari ne avessi solo uno? Mi sono chiesto più volte se sarei tornato a dirvertirmi. Ma Senza dubbi e senza paure vuol dire che non si è più interessati. A Jannik ruberei la risposta, a Malaga era impressionante”.

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