Sinner doma il vento e si vendica di Rublev

A Cincinnati Jannik ribalta una partita complicatissima contro il russo che lo aveva sconfitto in Canada. Ora la semifinale

di GABRIELE TASSI -
18 agosto 2024
Sinner doma il vento e si vendica di Rublev

Da sinistra: Jannik con la torta di compleanno, in azione a Cincinnati, e Andrej Rublev

Il vento arrotola il Tricolore sul centrale di Cincinnati. Mani davanti agli occhi e asciugamano in testa nei cambi campo, quando quel dritto esplosivo non viaggia come dovrebbe. Ma Sinner conosce l’abisso e ribalta (4-6, 7-5, 6-4) un match con Rublev che pareva già perso. Il russo affamato, dopo il Canada, a Cincinnati salta ancora una volta alla gola di Jannik su un campo dove si vede solo a tratti un bel tennis. Colpevole il vento che solo dopo molto l’azzurro riesce a domare, colpevole una condizione fisica non ottimale. Il primo set è lungo 41 minuti, quasi tre quarti d’ora di sofferenza. La partenza di Jannik è choc troppi errori, pochi vincenti e una resa al servizio più che sottotono. La prova? Il sanguinoso doppio fallo con cui lascia il parziale al russo. Il saldo errori/vincenti è negativo come non mai: 17 a quattro, mentre l’azzurro cerca assistenza dal proprio angolo. Rialza la testa a un passo dal baratro, strappando il servizio all’avversario: ma quella maglietta forse un po’ troppo sudata tradisce non solo il clima afoso di Cincinnati, ma pure un corpo su cui c’è ancora tanto da lavorare in vista degli Us Open.

Rublev si muove compatto, Jannik dà l’impressione di arrivare un po’ in ritardo sui colpi, spesso si ritrova con la palla addosso: difficile dire se realmente possa essere quel vento che arrotola la bandiera italiana.

Il secondo set inizia ancora con scambi di break: il neo-23enne sembra poter fare gara di testa strappando la battuta a Rublev, il quale gli restituisce il favore immediatamente. La sensazione è che l’azzurro fatichi a esplodere i colpi dalla parte del dritto, il fondamentale-killer che normalmente gli consente di mettere a segno i vincenti. Il castello del moscovita però comincia a scricchiolare, perde il controllo dei nervi e dei propri colpi, finendo per steccare una serie interminabile di palline. Questa volta è l’azzurro ad azzannare il match quando serve: chiudendo 7-5.

Sul finale è un altro match, con Jannik che pare aver ritrovato il suo smalto. Viaggiano dritto e servizio, con il rovescio ad aprire il campo. Un Rublev impotente sembra non poter fare nulla, poi recupera terreno nella battute finali facendo correre i brividi sulla schiena di Jannik. Ma Sinner è bravo a fare le carte al vento da vero numero uno. La semifinale è sua, oggi se la gioca.

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