Sinner formato Finals, a Torino è una festa: "Partita perfetta: amo sfidare quelli forti"

Tsitsipas steso all’esordio, Jannik domina col servizio e negli scambi detta sempre legge. Domani la sfida a Djokovic che ha sconfitto Rune

di PAOLO GRILLI -
13 novembre 2023
Sinner formato Finals, a Torino è una festa: "Partita perfetta: amo sfidare quelli forti"

Sinner formato Finals, a Torino è una festa: "Partita perfetta: amo sfidare quelli forti"

Jannik il freddo non si scompone nemmeno col tifo da stadio del Pala Alpitour. La pressione, anche quella massima da Finals Atp giocate in casa, gli scivola addosso: del resto, alla vigilia del torneo dei maestri ha specificato che lo stress ce l’ha il chirurgo che deve salvare vite, il capofamiglia che deve mettere in tavola la cena. Non lui, che dalle sfide dell’Olimpo della racchetta trae soprattutto stimoli e divertimento.

Il perfect day dell’azzurro a Torino è una prova di forza contro il dio greco Stefanos Tsitsipas, epigono di Federer fatto scendere dal piedistallo senza troppe remore all’esordio. Doppio 6-4 per il Rosso nato a San Candido, punteggio persino bugiardo se si pensa che mai l’ellenico numero 6 al mondo è riuscito in due set a guadagnarsi una palla break. L’azzurro ne ha invece sfruttate due delle cinque ottenute, una per set. Quanto basta per liquidare la pratica in meno di un’ora e mezzo, per mandare in estasi chi ha comprato da mesi il biglietto per vedere soprattutto lui.

Nessuna sbavatura, nessun passaggio a vuoto. In questo Sinner sembra esserci lo zampino dell’intelligenza artificiale, per come sa interpretare al meglio ogni fase del match, per come sa essere solido in ogni fondamentale. Il servizio, ora, è tutta prova. Nove gli ace, l’89% di punti conquistati ieri con la prima racconta poi di una padronanza totale della partita. La sua consistenza negli scambi prolungati – due su tre se li è aggiudicati lui – misura poi l’insostenibile pesantezza della sua palla. Quando serve e quando gli va, va a colpire a rete. E pure questo gli riesce, ora.

Solo a incontro finito, Jannik si lascia andare a un sorriso. Nuovo boato dagli spalti, cori che ci riportano all’età dell’oro del nostro tennis, quella di Panatta: il mito che l’altoatesino ha già raggiunto per massimo ranking Atp e per tornei vinti.

"Ho fatto un’ottima stagione fino ad ora. Questa prima partita a Torino è andata molto bene e il supporto del pubblico è stato il top. Tatticamente l’abbiamo preparata perfettamente. Sono riuscito a giocare in modo perfetto", dice candidamente Jannik al microfono dopo una vittoria che lo pone nuovamente nella storia. Mai prima d’ora un azzurro aveva vinto nel complesso due gare alle Finals.

"Non è solo importante la crescita ma anche la destinazione e per noi la destinazione quest’anno era venire qua. Speriamo di continuare così" aggiunge il 22enne numero 4 al mondo.

Domani il secondo match del Girone Verde per la nostra stella. Di fronte, ci sarà Djokovic. Il brivido è servito e inevitabile, quando si tratta di Finals. Ancor più se il nostro è protagonista di una crescita continua, se il trono dell’Atp è un obiettivo realistico e non lontano.

A Torino la storia è da riscrivere. Nole, ancora sullo scranno del migliore, cerca di respingere l’assalto della nuova generazione. Ma Jannik è, al momento, il capo designato per la rivoluzione, per chiudere l’era dei Fab 3 che hanno dominato la scena lasciando solo le briciole agli altri. Per la sua missione sta lasciando da parte i social: e non è un particolare, di questi tempi.

Oggi il Girone Rosso: Alcaraz-Zverev alle 14.30, alle 21 il derby russo Medvedev-Rublev.

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