Vagnozzi, l’uomo "ombra". La sua impronta su Sinner

Il coach marchigiano premiato a Melbourne come l’allievo dopo il trionfo agli Australian Open: "Per fortuna non ho problemi di spazio di Jannik per i trofei".

di ANDREA PONGETTI
30 gennaio 2025
Simone Vagnozzi premiato a Melbourne insieme a Sinner

Simone Vagnozzi premiato a Melbourne insieme a Sinner

C’è il marchio made in Marche nel trionfo di Jannik Sinner agli Australian Open. Il coach castoranese Simone Vagnozzi, 41 anni, è stato premiato a Melbourne insieme all’allievo che ha portato in cima al mondo. Un riconoscimento che sottolinea il ruolo fondamentale del tecnico piceno nella crescita esponenziale del tennista altoatesino, vincitore del suo terzo Slam in carriera. "Un gesto che apprezziamo molto", ha commentato Vagnozzi dopo aver ricevuto il premio dall’organizzazione insieme al co-allenatore Darren Cahill. Il coach marchigiano, con la sua proverbiale umiltà, ha scherzato: "per fortuna non ho i problemi di spazio di Jannik per i trofei". La finale ha visto Sinner dominare il tedesco Alexander Zverev in tre set (6-3, 7-6, 6-3), in quella che Vagnozzi definisce la miglior partita del torneo. Una vittoria che porta la firma del lavoro certosino del tecnico di Castorano, che da tre anni sta plasmando quello che si sta rivelando come il nuovo dominatore del tennis mondiale. "Rispetto all’anno scorso è un giocatore completamente diverso", spiega il coach marchigiano analizzando l’evoluzione del suo allievo. "È più sicuro, più calmo, con maggiori certezze al servizio. Ma ciò che lo rende speciale è la sua straordinaria capacità di apprendimento". Vagnozzi non si nasconde quando si parla delle prospettive future: "il cemento è la sua superficie naturale, ma può vincere ovunque. Roland Garros e Wimbledon sono obiettivi alla sua portata". E sulla recente polemica del Clostebol, il tecnico piceno è categorico: "Sinner è pulito, non ha fatto niente di scorretto e va in giro a testa alta". Nel momento più alto del tennis italiano, le Marche possono orgogliosamente rivendicare uno dei suoi artefici principali. Vagnozzi, partito dai campi di Castorano, sta scrivendo la storia del tennis mondiale, portando l’esperienza e la competenza marchigiana sul tetto del mondo. Una storia di successo che parte dalle Marche e arriva fino agli Slam, passando per un lavoro metodico e una dedizione totale che stanno dando frutti straordinari. L’allenatore marchigiano ha anche rivelato alcuni retroscena della semifinale contro Rune, smentendo problemi al ginocchio del suo atleta: "non ha avuto alcun problema al tendine. Era semplicemente una giornata molto calda e non era al 100%. In un torneo del Grande Slam sono cose che possono accadere. È stato davvero bravo a gestire quella situazione e in finale è andato oltre". Per Vagnozzi e il suo allievo il lavoro continua: "c’è sempre da migliorare, è importantissimo mantenere quella voglia per ottenere certi risultati". Parole che rispecchiano la mentalità di un coach che, partito dalla provincia marchigiana, sta lasciando un’impronta indelebile nel tennis mondiale.

Andrea Pongetti

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