Ambra, una vita da film. La storia della Sabatini a Giffoni: "Vi racconto dove ho trovato la forza”

Nel 2019 ha perso la gamba in un incidente stradale: "Da quel momento tutto è cambiato, ma non il mio spirito da atleta. Ho capito che sono capace di dare il massimo quando la sfida è più difficile. Come ai Giochi e ai Mondiali"

di DORIANO RABOTTI -
20 gennaio 2024

Roma, 20 gennaio 2024 – A 22 anni compiuti il 19 gennaio, Ambra Sabatini ha già una vita da film da raccontare. E infatti succederà: si intitola Ambra, quando correre cambia tutto il docufilm sulla storia della campionessa che ha vinto le Paralimpiadi di Tokyo e i Mondiali di Parigi. Una coproduzione internazionale di Giffoni Innovation Hub, BlackBox Multimedia per la regia di Mattia Ramberti che sarà presentata in anteprima al Giffoni Film Festival, in estate.

La vita della campionessa Ambra Sabatini diventa un film (Ansa)
La vita della campionessa Ambra Sabatini diventa un film (Ansa)

Ambra, a soli 22 anni già le dedicano un film...

"Sono arrivata a questo traguardo e mi sembra impossibile che mi siano successe già tutte queste cose. Ma lavoro per altri obiettivi, uno è questo film".

Su che cosa vi concentrerete?

"Cercheremo di raccontare un po’ la mia vita quotidiana tra gli allenamenti, l’impegno sportivo e i sacrifici. La troupe seguirà la stagione 2024 che porta a Parigi, sarà bellissimo riprendere questo percorso. Ma ci saranno anche momenti dedicati alla mia famiglia, alla mia Porto Ercole, e una parte dedicata alla psicologia del personaggio sportivo, compresi i limiti che a volte sono solo nella nostra mente".

Farete anche il saluto in stile Charlie’s Angels, come sempre con Monica Contrafatto e Martina Caironi, o rischiate che vi chiedano i diritti d’immagine?

"Ah ah. Spero di poterlo rifare, vorrebbe dire che ancora una volta abbiamo preso tutto il podio. Ma spero soprattutto di essere ancora in mezzo, che è il posto riservato a chi vince".

Quell’immagine è un simbolo fortissimo dell’unione di squadra in uno sport individuale.

"Sì, l’atletica è uno sport per singoli e io la amo proprio per questo motivo, perché devi contare sulle tue forze. Nel momento della gara anche le compagne di nazionale, che io stimo tantissimo, diventano avversarie da battere. Ma dietro c’è un lavoro di squadra importante, con gli allenatori e i compagni di allenamento, questo sarà evidente nel docufilm".

Come sta vivendo l’avvicinamento ai Giochi di Parigi?

"Con una certa incoscienza, mi alleno duramente, ma penso alle prossime gare indoor, poi agli italiani. Di solito solo negli ultimi due mesi sento la pressione dell’evento".

Gli ori nei Giochi e al mondiale come l’hanno cambiata?

"Dopo Tokyo c’è stata una svolta nella mia vita, mi sono trasferita a Roma per allenarmi al centro sportivo delle Fiamme Gialle, ho affrontato una nuova realtà e una fase diversa della mia carriera, che richiede anche tanti impegni e la necessità di tenere alti i risultati. Ho dovuto ritrovare un mio equilibrio, ci sono riuscita l’anno scorso quando mi sono ripresa il record del mondo e i mondiali. Un risultato che mi ha dato consapevolezza delle mie doti e mi ha fatto capire che devo avere pazienza: il 2022 era stato un anno di costruzione difficile, perché i risultati non arrivavano. Ma è valsa la pena di stringere i denti".

Lei ha perso una gamba in un incidente stradale. Molti atleti paralimpici dicono che quel momento è stata una svolta nella loro vita, perché hanno trovato forze inaspettate.

"È chiaro che nella mia vita c’è un prima e un dopo quel 5 giugno del 2019 , ma non è questa barriera netta. Quello che è rimasto è il mio essere atleta, dopo l’incidente mi sono aggrappata a quello. Mi ha cambiato perché sono diventata più cosciente delle mie capacità anche nelle difficoltà della vita quotidiana, che ci sono. Ma faccio quello che amo, lo sport è diventato il mio lavoro e non potrei essere più felice di così".

A Porto Ercole la coccolano.

"Lo facevano già prima dell’incidente, quando ero una mezzofondista e facevo gare regionali. Cerco di tornare tutti i weekend, non riesco a stare lontana da casa e dal mare. Hanno sempre fatto il tifo e ogni mia vittoria è anche loro".

Come diceva l’Uomo Ragno, da grandi poteri derivano grandi responsabilità. Lei ora deve dare l’esempio. Pesa?

"No, è una responsabilità che mi piace molto, soprattutto quando parlo con i più giovani e cerco di trasmettere i valori dello sport. Lo sentivo come un compito già prima dell’incidente, ero diversa dai miei coetanei che magari finivano in giri brutti, io sentivo già molto i valori dello sport. I bambini sono incredibili, quando mi incontrano alcuni sono scettici, altri mi dicono che vogliono anche loro la protesi..."

Che cosa chiede al 2024?

"Ho un solo obiettivo, l’oro a Parigi. Lavorerò duro per conquistarlo".

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