Cento milioni per ristrutturare gli impianti sportivi: "Al Nord sanno sfruttare meglio i fondi"

Beniamino Quintieri, presidente del Credito Sportivo: "L’efficienza dei Comuni è un vantaggio, al Sud ci sarebbe un grande ritorno sociale"

di DORIANO RABOTTI -
12 aprile 2024
Lo stadio Curi di Perugia. Nel tondo: il presidente di ICS, Beniamino Quintieri

Lo stadio Curi di Perugia. Nel tondo: il presidente di ICS, Beniamino Quintieri

Bologna, 13 aprile 2024 – Gli italiani sono purtroppo famosi perché spesso non sfruttano tutti i fondi europei a disposizione. Nel caso dei finanziamenti erogati dall’Istituto per il Credito Sportivo invece capita esattamente il contrario. E così il lancio del bando ‘Sport Missione Comune 2024’, che dal 10 aprile al 30 settembre mette a disposizione 100 milioni di euro per finanziamenti agevolati rivolti agli enti locali, è l’occasione per parlare del quadro generale con il presidente di ICS, Beniamino Quintieri.

Presidente, chi può fare richiesta?

"Il titolo lo indica già bene: è rivolto agli enti territoriali, quindi Comuni, unioni di Comuni, città metropolitane, province e anche Regioni. Il bando prevede finanziamenti a tasso d’interesse completamente abbattuto fino a 10 anni per costruzione, ristrutturazione, riqualificazione ed efficientamento energetico dell’impiantistica sportiva. Per gli interventi che presentano uno SROI maggiore o uguale a 6, l’abbattimento totale degli interessi sale fino a 15 anni".

Scusi, che cosa è lo Sroi?

"La sigla sta per Social return on investment, è una valutazione economica con metodi consolidati a livello mondiale. Significa che per ogni euro investito in un progetto vi è un ritorno sociale di almeno sei euro. Il nostro obiettivo non è il profitto, ma la sostenibilità e il ritorno sociale sono ugualmente se non più importanti".

Ma anche a voi capita che non vengano richiesti tutti i fondi che stanziate?

"No, proprio no. A noi arrivano richieste anche superiori. In questi anni non abbiamo mai avuto il problema della scarsità di domande. Cercheremo per quanto possibile di accontentare tutti, l’anno scorso abbiamo erogato finanziamenti per oltre 180 milioni".

I dati della suddivisione geografica dicono che i vostri fondi vanno per il 55,7% al Nord, 17,5% al Centro e 26,5% al Sud: questo cosa ci dice?

"Intanto va fatta una considerazione sulla distribuzione della popolazione e dei Comuni, poi è chiaro che al Nord la presenza di impiantistica sportiva è maggiore che nelle regioni del Centro Sud pertanto gli Enti Locali del Nord sono più facilitati nel ristrutturare ed efficientare l’impiantistica rispetto al centro Sud che deve investire in nuove realizzazioni".

La geografia cambia anche il tipo di impianto per cui vi chiedono finanziamenti?

"Al Sud i Comuni investono maggiormente in nuove costruzioni e questo consente di avere un impianto lì dove non c’era con tutti i benefici sociali per il territorio e la comunità".

Si può dire che senza di voi lo sport italiano non starebbe in piedi, a livello di impianti?

"No. Però starebbe peggio, questa banca è un unicum in Europa. Finanziamo grandi impianti come ad esempio gli stadi ma anche l’impiantistica diffusa delle associazioni e delle società sportive, siamo a supporto degli enti locali e degli organismi sportivi così come delle parrocchie e delle università".

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