Buffon, il segreto del campione. Vince chi riesce a rialzarsi dopo aver commesso gli errori
"Mi chiamo Gianluigi Buffon, ho giocato a calcio fino a quarantacinque anni, ventotto di professionismo, dove credo di essermi lanciato...
"Mi chiamo Gianluigi Buffon, ho giocato a calcio fino a quarantacinque anni, ventotto di professionismo, dove credo di essermi lanciato a terra miliardi di volte. So come e quando cadere. Come rialzarmi, invece, me l’ha insegnato la vita."
Così Gigi in Cadere, rialzarsi, cadere, rialzarsi (Mondadori, 248 pagine, 20 euro), il nuovo libro in collaborazione con Mario Desiati. L’ex portiere della Juventus si apre ai suoi lettori raccontanto la sua vita da campione, tra luci e ombre: dall’esordio in Serie A nel 1995 con il Parma all’approdo in Nazionale, poi gli anni di gloria in bianconero e la consacrazione a leggenda dello sport. Il numero uno riflette sulla metafora del cadere e rialzarsi sottolineando come la cosa più importante sia imparare ad aggiustare i propri errori, capacità che si acquisisce solo sbagliando. Un’esistenza vissuta continuamente in questo limbo quella di Buffon tra la depressione, le polemiche per l’esuberanza, per le scommesse sportive e la reazione grazie al rapporto con se stesso, all’amore, agli amici di sempre, ai figli, alla fede. Oggi, Gigi è il capodelegazione della Nazionale nel ruolo che fu di Gigi Riva e Gianluca Vialli e viene ancora considerato il più forte portiere della storia del calcio, una nomea della quale non si sarebbe mai potuto vantare in una vita perfetta.
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