Coppa del Mondo di rugby: finale da blockbuster fra All Blacks e Sudafrica. Dove vederla

E’ la gara che vale un sorpasso: le due Nazionali vantano tre titoli a testa

di DIEGO FORTI -
27 ottobre 2023
Aaron Smith in azione contro l'Irlanda (foto Diego Forti)

Aaron Smith in azione contro l'Irlanda (foto Diego Forti)

Parigi, 27 ottobre 2023 - Domani sera (sabato) alle 21.00 allo Stade de France (diretta tv su Rai Sport HD e Sky Sport Uno), in condivisione planetaria con le TV del globo (la RWC è la terza manifestazione per audience dopo Olimpiadi e Mondiali di calcio), va in onda la finalissima della Coppa del Mondo di rugby. Quella del dopo Covid, quella che eleggerà i signori assoluti del rugby. In campo a confrontarsi per il decimo titolo della serie ci sono le due squadre che vantano in bacheca il maggior numero di Coppe: tre a testa.

Chi vince sorpassa e per i prossimi quattro anni avrà il diritto di guardare tutti dal tetto del mondo… ovale. Si tratta con ogni probabilità delle formazioni più amate (dagli appassionati) e odiate (sempre dagli appassionati, ma solo quelli di parte avversa): All Blacks e Springboks. Sono l’espressione più pura di due Nazioni remote per collocazione geografica, ma capaci, per personalità, successi sportivi e vicende storiche di porsi all’attenzione del mondo.

Dei neozelandesi si conoscono: la Haka, danza di sfida derivata dai costumi di guerra dei nativi, il rugby e l’abilità nella vela (leggi America’s Cup). Ma si sa che sono sportivi a tutto tondo capaci, per essendo poco più di 5 milioni, di proporsi ad alto livello anche nel mezzofondo, nel cricket, nella pallacanestro e perfino nel calcio. Da aggiungere che meritano un plauso per il loro grande impegno sul fronte dell’ecologia.

I Sudafricani, a loro volta, hanno intrapreso e vinto una grandissima battaglia per uscire dall’oscurantismo della apartheid. Adesso sono la Nazione Arcobaleno e l’integrazione sta funzionando in particolare grazie allo sport. Dalla storica organizzazione con vittoria finale della RWC 1995, presente un solo nero nella rosa Springboks, sino all’attuale finalissima (passando per le vittorie del 2007 e 2019) dove sono ben 13 i giocatori di colore, capitano Siya Kolisi, compreso. Da dire che grande è anche la passione per il calcio, ma dopo l’organizzazione dei Mondiali nel 2010, ben poche sono state le performance calcistiche dei sudafricani degne di essere ricordate. Nella palla ovale, invece, la grande tradizione di giocatori duri, ossessivi, mai domi continua a suon di successi. Non a caso il Sud Africa al momento comanda il ranking mondiale, seguito per altro dalla Nuova Zelanda.

Sotto il profilo tecnico, tattico e agonistico la finalissima si presenta come il confronto di due scuole, anche se in verità il punto chiave di tutte e due le formazioni è la conquista della palla. Rapidità contro potenza anche se sia Foster, allenatore neozelandese, sia Nienaber, sudafricano, hanno lavorato per fondere le due caratteristiche. Di certo nel potenziale degli avanti crede di più il Sud Africa che ne porta in panchina ben 6 con un solo trequarti tutto fare, Willie Le Roux. Per contro i Tutti Neri propongono due ali strabordanti sotto il profilo fisico: Will Jordan (188 cm per 92 kg) e Mark Tele’a (187 cm 94 kg) specie se raffrontati ai due diretti avversari Kurt Lee Arendse (177cm 80 kg) Cheslin Kolbe (170 cm 74 kg).

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