Federica Pellegrini e la sua biografia ‘Oro’. Successi, cadute e rivincite tra sport e privato

A Milano la presentazione del libro: un viaggio alla scoperta della nuotatrice più titolata della storia italiana

di GIANMARIO BONZI -
18 maggio 2023
Federica Pellegrini alla presentazione del libro 'Oro'

Federica Pellegrini alla presentazione del libro 'Oro'

Milano, 18 maggio 2023 – I “titoloni acchiappa click”, come li definisce subito lei (correttamente), sono già usciti, tra carta stampata e web, con riferimenti principali al periodo milanese, quello della bulimia (2004-2006), e alle storie d'amore, intense ed estremamente chiacchierate, che hanno parzialmente condizionato se non la carriera, almeno alcune scelte importanti. “Ma, per una volta, datemi retta, leggete tutto il libro dall'inizio alla fine, perché esiste un filo conduttore nella storia”. Già, sarà il caso di darle retta. "Oro" ci sembra anche il titolo perfetto, con la foto perfetta che campeggia in prima di copertina. E mica perché ha a che fare con quel metallo pregiato da lei più volte frequentato, in vasca. No, perché, come si affretta a spiegare la diretta interessata dalla Mondadori di Piazza Duomo, a Milano, il cuore pulsante della città, “oro significa per me la ricerca costante e continua della perfezione. Ma è più che altro un miraggio”.

Parole e musica di Federica Pellegrini, veneta di Spinea trapiantata a Verona, classe 1988, la nuotatrice più vincente della storia italiana e probabilmente anche la migliore duecentista di sempre, a stile libero. Folla straripante fuori per il firma-copie, tanta serenità all'interno assieme al manager di una vita, Marco Del Checcolo, nella piazza più iconica all'ombra della Madonnina, il massimo possibile per la presentazione ufficiale della sua biografia "introspettiva", dal titolo appunto citato, "Oro". Pensieri e parole sue, penna di Elena Stancanelli, seppur non nominata in copertina. Ci troverete tutto quello che un libro di questo genere necessita, in primis l'aneddotica, fondamentale, e sicuramente la prima fonte di vendita e passaparola sul libro. Ci sta, è normale. E' una storia fatta di tanto successo, ovvio, condita da numerose, inattese difficoltà (e anche un po' di sfortuna, va detto, perché Pellegrini ne ha passate tante che non avrebbe meritato di passare, dentro e fuori dall'acqua, per cause non sue, e a volte è sembrato un accanimento del destino), che Federica ha sempre superato credendo ciecamente in se stessa e grazie all'incrollabile aiuto della famiglia, una famiglia unita e felice, capace di sostenerla in ogni scelta, facile o difficile che fosse.

Federica Pellegrini è indubbiamente una delle più grandi campionesse mai espresse dallo sport italiano, ma probabilmente, a oggi, è anche la più iconica e mediatica di tutti i tempi nel nostro Paese, un simbolo, una donna dalla personalità straripante, che però quando sbaglia sa ammettere l'errore (succede, nel libro, e purtroppo succede nel periodo che precede Londra 2012, per via di un amore travolgente, non ci può fare niente, in quel momento; altrimenti, l'abbiamo ripetuto tante volte in varie circostanze, avrebbe al collo e in bacheca altri due ori olimpici in più. Amen, forse non sarebbe stata questa Pellegrini...). Ma è anche, Federica, una lavoratrice incallita, una donna orgogliosa capace di fidarsi totalmente delle persone che lavorano con lei, a cui concede l'anima, pretendendo però in cambio totale rispetto e risultati.

Che non stia simpatica a tutti dato il carattere forte e deciso, è normale (ma conta poi qualcosa?), la realtà è che solo i famigliari, il marito e gli amici veri (ammesso ci siano) possono dire di conoscerla veramente bene. L'equilibrio trovato fuori e dentro la vasca con il compianto guru Alberto Castagnetti (già mentore di Lamberti, prima, di Rosolino, Brembilla e Fioravanti poi) è e resterà irripetibile, ma il vero capolavoro della carriera, per noi, sta nel riuscire a rilanciarsi dopo la delusione tremenda di Rio (fu quarta in finale nei 200 stile libero), nel credere ciecamente in Matteo Giunta (futuro compagno e marito), con il quale gradualmente costruisce quello che rimane l'highlight della carriera, l'oro iridato di Budapest 2017, battendo per la prima volta colei che mai aveva perso in tutta la sua vita prima, in corsia, l'americana Katie Ledecky, la più grande nuotatrice di sempre, sempre ovviamente sui 200 sl.

Ci sono le vittorie, tantissime, le cadute, poche, ma fragorose, c'è tutto quello che i curiosi più morbosi vogliono sapere sulle storie d'amore, che comunque hanno influenzato, più o meno, anche il percorso in acqua. A fare i pignoli, avremmo inserito un set fotografico a metà volume, citazioni mediatiche, virgolettati di giornali e/o riviste, e magari inquadrato meglio alcune situazioni tutte interne al mondo del nuoto, per esempio come funziona una riunione tecnica o come si svolge nel dettaglio il rituale delle matricole, per non parlare di qualche curiosità che in così tanti viaggi per il mondo sicuramente sarà saltata fuori, tra ritardi, aereoporti, mezzi pubblici, stranezze, scene di vita vissuta anche fuori dalle vasche. Rarità magari interessanti solo per noi, per carità. La diretta interessata ci è parsa estremamente felice di come l'opera è stata realizzata, e allora va bene così.

Ecco quindi la storia di una campionessa che nasce "a dorso e farfalla”, conosce il successo precoce a stile, vince una medaglia olimpica a 16 anni che non è oro pure per un pizzico di sfortuna (respira a destra, la Potec spunta a sinistra, e sotto gli occhialini non aveva le lenti a contatto), soffre di bulimia nei due anni successivi a Milano, difficilissimi per mille motivi, si infortuna gravemente a una spalla prima degli Europei 2006, riprende in mano la sua vita successivamente cambiando società (Aniene), città (Verona) e allenatore (Castagnetti), prima di conquistare tutto e più volte, almeno a Mondiali ed Europei. Con ovviamente, la perla dell'oro olimpico a Pechino 2008.

Sempre e comunque sotto i riflettori, con una pressione mediatica fortissima e un pregio di cui le va dato atto: la capacità di rimanere se stessa in ogni occasione. In questo viaggio scopriamo tante cose che volevamo scoprire: scopriamo, per esempio, che quando Federica assaggia la sua prima nazionale a 15 anni, nel 2003,”«non era come quella di adesso. Adesso sono professionisti, forti, determinati, seri, consapevoli. All'epoca eravamo un po' più rock 'n' roll. Uscivamo dall'albergo il venerdì sera e rientravamo direttamente per l'allenamento del sabato mattina. Inzuppavamo i corridoi con i gavettoni, che se succede adesso ti mandano a casa con il primo volo. Sembrava che le gare fossero l'ultimo dei problemi”.

Scopriamo che ha anche fatto seguire Filippo Magnini da una amico "paparazzo”, che dopo il risultato deludente di Londra 2012 la Federazione la “scarica. Anche perché avevo scelto di tornare ad allenarmi a Verona, un centro federale considerato di serie B rispetto a Ostia. [...]. Nel 2013 non mi hanno pagato neanche un collegiale. Ce lo pagavamo noi di tasca nostra, tramite la nostra società, la Canottieri Aniene. Ma anziché farci abbattere, lo abbiamo preso come uno stimolo in più. Se la Federazione non sposa il progetto lo sposiamo noi, ci siamo detti, e ci impegniamo il doppio”. Molte altre chicche le lasciamo a chi vorrà acquistare il libro, merita, abbiamo anticipato fin troppo. “Oro - precisa Federica - racconta la storia che nessuno sa, mette insieme i fatti personali con lo scadere delle gare, senza terze parti che facciano da tramite”. Un oro Made in Pellegrini, insomma. Come tutta la sua vita. Come tutta la sua carriera. Colonna sonora ideale, griffata Frank Sinatra: “My Way”. Grazie.

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